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La battaglia per la convocazione della Convenzione per la riforma dei Trattati UE

I quaderni di questa serie intendono supportare l'azione dei federalisti europei nella battaglia in corso per la convocazione da parte del Consiglio europeo della Convenzione per la riforma dei Trattati UE sulla base delle proposte formulate dal Parlamento.


Il Parlamento europeo apre la procedura di riforma dei Trattati: il significato del voto e le priorità per l'Europa

Di Luca Lionello

Lo scorso 22 novembre il Parlamento europeo ha approvato il Rapporto sulle proposte di modifica dei Trattati redatta dai membri del Gruppo Spinelli Guy Verhofstadt, Sven Simon, Gabriele Bischoff, Daniel Freund e Helmut Scholz.
Il testo ha ricevuto 291 voti favorevoli, 274 contrari e 44 astensioni.

É stata così attivata formalmente la procedura di revisione ex art. 48 TUE. Già nei prossimi giorni il Consiglio invierà al Consiglio europeo la richiesta di modifica con allegato il progetto dettagliato di emendamenti ai Trattati. Il Consiglio europeo dovrà dunque decidere a maggioranza semplice (14 governi su 27) se convocare una Convenzione che inizi a negoziare la riforma dell'Unione con i rappresentanti dei governi, dei parlamenti nazionali, della Commissione e del Parlamento europeo.

L'approvazione del rapporto crea un’importantissima opportunità per la battaglia federalista nonostante alcuni rilevanti modifiche che il testo ha ricevuto durante la fase di approvazione in plenaria.

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Verso la riforma dei Trattati

La riforma dei Trattati presentata in AFCO pone le basi di un processo costituente federale

Di Luca Lionello

Lo scorso 14 settembre 2023 è stata presentata in Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo (AFCO) una proposta di mozione con allegata un'articolata riforma dei Trattati. Il testo nasce dal compromesso dei rappresentanti dei principali partiti europeisti del Parlamento europeo: Sinistra, Verdi, Socialisti, Renew Europe e Popolari. Una volta che il Parlamento avrà approvato il testo in plenaria, si aprirà formalmente il processo di revisione dei Trattati di cui all'art. 48 TUE. Il Consiglio europeo sarà quindi chiamato a convocare a maggioranza una Convenzione, la quale elaborerà gli emendamenti ai Trattati sulla base del testo già predisposto da AFCO.

La proposta rappresenta un progetto estremamente avanzato di riforma in chiave federale dell'Unione, in grado di fondare una vera sovranità europea legittimata democraticamente. Questo risultato così importante è stato possibile in gran parte grazie al dibattito che si è svolto durante la Conferenza sul futuro dell'Europa (CoFoE) e alle conclusioni cui la stessa CoFoE è giunta, cui la proposta di AFCO vuole dare seguito. A differenza dell'esperienza del Trattato che introduce una Costituzione per l'Europa del 2004, il progetto di riforma avanzata da AFCO pone le condizioni per lo sviluppo di un potere politico europeo e per una sostanziale emancipazione dell'Unione dagli Stati membri.

Evidentemente ci troviamo ancora solo all'inizio di un processo di riforma estremamente difficile e irto di pericoli che si dipanerà nei prossimi mesi e probabilmente anni. Per poter dare un contributo efficace e far sì che questa occasione storica non venga sprecata, è opportuno identificare i punti più importanti della riforma su cui vigilare affinché diventino la "linea rossa" sui cui consumare una rottura del quadro attuale e procedere con chi ci sta verso una rifondazione in chiave federale dell'Unione.

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Quaderni per la Conferenza sul futuro dell'Europa

I quaderni della serie "La Conferenza sul futuro dell'Europa" intendono illustrare e promuovere le richieste avanzate dai federalisti europei alla Conferenza. Sono state realizzate nell'ambito della campagna per la riforma federale del Trattati UE con cui il Movimento federalista europeo ha accompagnato e promosso il lavori della Conferenza.
 


L’Unione Europea e il ritorno della guerra

L’urgenza di dar vita a un’Europa federale, sovrana e democratica

Di Paolo Ponzano, Giulia Rossolillo, Salvatore Aloisio, Luca Lionello

Nel testo che segue sono formulate alcune proposte di riforma dei Trattati volte a modificare le competenze dell’Unione e la sua architettura istituzionale in senso federale per dar vita a un’unione politica.

L’idea di fondo è che sia necessario introdurre immediatamente alcune modifiche sostanziali che inneschino un mutamento di natura dell’Unione e che conducano, dopo un periodo transitorio, al consolidamento di una piena unione federale.

La situazione politica impone un’accelerazione al processo di riforma dell’UE. La necessita di far fronte alle gravissime crisi della pandemia e della guerra in Ucraina ha favorito la convergenza degli interessi degli Stati europei e portato a un’unita di intenti fino a poco fa impensabile, che ha permesso di sfruttare gli strumenti esistenti senza modificare in modo strutturale il funzionamento dell’Unione. Sappiamo però che nel tempo, e anche nella durezza della sfida che ci attende, per poter agire efficacemente e in modo unitario è necessario superare gli attuali meccanismi confederali sui quali si fonda l’Unione.

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La riforma dell'Unione Europea

Dall’Unione Europea all’Unione Federale

Di Paolo Ponzano

L’accordo intervenuto sulla creazione di un nuovo strumento finanziario (il Next Generation EU) e su un debito comune europeo, potrebbe far pensare che l’UE sia in grado di evolvere progressivamente verso un governo europeo senza la revisione dei Trattati in vigore.

Nulla garantisce tuttavia che i passi in avanti realizzati con il Next Generation EU e il debito comune europeo in quanto risposta dell’UE alla crisi pandemica diventino strumenti permanenti e non contingenti della governance europea se non fossero a termine consolidati in una riforma dei Trattati in vigore.

Da un lato, infatti, alcuni Stati hanno accettato la messa in atto di tali strumenti solo in quanto straordinari e non permanenti, dall’altro si tratta di strumenti che possono sempre essere contestati in quanto non previsti dai Trattati in vigore (artt. 125, 310 e 311 TFUE).

Per questo occorre mettere mano ad una vera e propria riforma costituente dell’Unione europea.

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Cosa significa creare una capacità fiscale europea e perché è così importante per il processo di integrazione?

Di Luca Lionello e Giulia Rossolillo

In seguito alla crisi sistemica che in questi ultimi anni ha vissuto l’Unione europea è iniziato un vasto dibattito tra cittadini, accademici, politici nazionali ed europei sul futuro del processo di integrazione. Coloro che credono ancora nel progetto dell’Europa unita hanno ribadito l’esigenza di rifondare l’Unione attraverso una serie di riforme istituzionali e il lancio di nuove politiche comuni al fine di soddisfare le aspettative e le aspirazioni dei cittadini europei.

Tra le proposte di riforma avanzate finora, è necessario soffermarsi sul progetto di capacità fiscale data l’importanza strategica che esso può avere per il rilancio del processo di integrazione.
Scopo del presente contributo è quello di spiegare:

- cosa si intende per capacità fiscale;
- perché è così importante;
- la differenza rispetto ad altri progetti con i quali la capacità fiscale tende ad essere confusa;
- come potrebbe essere realizzata la capacità fiscale nel quadro di una riforma complessiva dell’Unione.

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Il finanziamento dell'Unione europea

Proposte per una riforma dei Trattati per istituire una competenza fiscale dell’Unione europea

Di Giulia Rossolillo

Per comprendere le modalità attraverso le quali l’Unione europea si finanzia, e capire così quali interventi politico-istituzionali servono per creare le condizioni per un bilancio europeo adeguato, è necessario distinguere due aspetti:

- La procedura attraverso la quale sono decise le risorse delle quali l’Unione può disporre;
- La tipologia di risorse a disposizione dell’Unione europea.

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Abolire il diritto di veto

La riforma del sistema di voto nel Consiglio e nel Consiglio europeo

Di Giulia Rossolillo

La necessità di superare il potere di veto da parte di singoli Stati membri estendendo il voto a maggioranza a tutti i settori di competenza dell’Unione europea è sicuramente una questione centrale nel dibattito sul futuro del processo di integrazione europea. Secondo alcuni, tuttavia, l’abbandono dell’unanimità nei settori nei quali essa è tuttora applicata e la sua sostituzione con decisioni a maggioranza qualificata rappresenterebbero di per sé una riforma in grado di trasformare l’Unione europea in una Federazione, consentendole di emanciparsi dal controllo che gli Stati membri tuttora esercitano sul suo funzionamento. In questa nota si vuole invece spiegare perché la sola riforma del sistema di voto all’interno degli organi che rappresentano direttamente gli Stati non è sufficiente alla creazione di una Unione federale, e analizzare a quali passi deve accompagnarsi.

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