Unione dei federalisti europei
Verso l’unione federale
Manifesto per le elezioni europee del 2014
L’Europa sta attraversando una fase di instabilità e di incertezza. La stessa Unione europea è in grave difficoltà. La lunga crisi finanziaria, che ha portato con sé stagnazione economica, disoccupazione e frammentazione politica, ha messo in luce non solo i limiti dell’architettura dell’Unione economica e monetaria e la debolezza delle istituzioni dell’Unione, ma anche l’incapacità degli Stati dell’Unione di portare a termine il processo di integrazione europea. Il risultato è che l’Unione europea ha perso la fiducia di molti cittadini.
Se l’Unione europea vuole sopravvivere nei prossimi anni, deve seguire le vie della pace sociale, della prosperità e dell’unità politica attraverso la creazione di un governo democratico. Un’Europa federale con forti istituzioni democratiche è il solo mezzo per fronteggiare questa sfida. L’Europa non sarà unita se non sarà democratica. E non sarà democratica se non sarà una federazione.
Il processo della costruzione di un’unione europea veramente federale può cominciare oggi a partire dall’eurozona e dagli Stati seriamente impegnati ad entrare nell’euro. La responsabilità delle nostre classi dirigenti è quella di fare tutti i passi necessari per risolvere i problemi, mettere ordine
negli affari pubblici e ricostruire la fiducia.
Per questo chiediamo con forza ai partiti politici e ai candidati alle elezioni del Parlamento europeo del 2014 di fare del completamento di un’unione federale il tema centrale della loro campagna.
Un’elezione con una vera dimensione europea attirerebbe i cittadini e porterebbe ad un’alta affluenza.
Per questo motivo giudichiamo positivamente il fatto che i partiti politici europei si accingano a nominare i loro candidati alla presidenza della Commissione e ad altri incarichi.
E chiediamo con forza al Parlamento europeo di elaborare le sue proposte sulla struttura dell’unione federale insieme ai rappresentanti dei parlamenti nazionali nel quadro di Assise interparlamentari.
Affrontare la crisi
I federalisti sono convinti che solo una più profonda integrazione fiscale porterà l’Europa fuori dalla crisi e permetterà la piena espressione del suo potenziale economico e democratico. Questa nuova politica deve concretizzarsi tra gli Stati che hanno adottato l’euro o lo adotteranno a breve.
Innanzitutto, l’eurozona ha bisogno di una vera unione bancaria, che comprenda un meccanismo europeo di risoluzione e un meccanismo federale di garanzia sui depositi bancari. Manca ancora un’azione decisiva per separare la questione dei debiti sovrani da quella dei debiti bancari. La regolamentazione deve essere forte, chiara ed equa. A livello nazionale, la disciplina di bilancio deve essere accompagnata dalle riforme economiche. Sia a livello europeo, sia a livello nazionale, occorre raggiungere un migliore equilibrio tra il consolidamento dei bilanci e gli investimenti per la crescita e l’occupazione: un’unione fiscale non sopravvive senza giustizia sociale. L’obiettivo prioritario deve essere quello di affrontare la disoccupazione giovanile.
E’ ormai chiaro che i piani di rilancio meramente nazionali sono stati largamente inefficaci. Solo creando gli strumenti e le risorse per politiche europee comuni in campo economico, industriale ed energetico potremo dare una forte spinta al commercio e alla competitività, stimolare la ricerca e l’educazione, costruire reti transeuropee e completare il mercato unico nell’area dei servizi.
L’UEF valuta positivamente la legislazione già in varata per assicurare la responsabilità di bilancio a livello nazionale ed europeo. Ora chiediamo con urgenza all’eurozona di fare rapidi progressi nell’affrontare il peso del debito che sta compromettendo il futuro di troppi cittadini europei.
Abbiamo bisogno di forme adeguate di tassazione europea e di nuovi tipi di strumenti di debito europei per una politica proattiva europea in campo sociale ed economico. Abbiamo bisogno di sostituire il fatto che le politiche siano stabilite sulla base di regole ad hoc, con politiche e misure legittimate democraticamente, che includano anche stabilizzatori automatici capaci di stimolare, quando siano rispettate le condizioni e le regole di stabilità di bilancio e siano realizzate le riforme strutturali, la solidarietà e la crescita di un’economia sociale di mercato europea.
Questi passi richiedono la trasformazione dell’eurozona in una vera unione politica. E quegli Stati che non hanno ancora adottato l’euro, ma sono impegnati a farlo, devono essere coinvolti il più strettamente possibile in questo processo di approfondimento dell’integrazione.
La modifica dei trattati
Il Trattato di Lisbona è stato forzato fino al punto di rottura sotto la pressione della gestione della crisi e la sua revisione è inevitabile se l’Unione vuole superare le sue attuali difficoltà.
Perciò chiediamo che una Convenzione costituzionale abbia inizio al più presto dopo le elezioni del maggio 2014 e non più tardi della primavera del 2015. La Convenzione dovrebbe essere composta da membri del Parlamento europeo, da parlamentari nazionali, dalla Commissione e dai governi nazionali, ma deve raggiungere i mezzi di comunicazione di massa, la società civile e l’opinione pubblica in modo diretto ed efficace. Il suo mandato deve comprendere il compito di spiegare e giustificare le decisioni prese.
L’ordine del giorno della Convenzione deve essere aperto, ma basato su di una strategia coerente volta alla rifondazione e al rinnovamento dell’Unione europea attorno ad una avanguardia federale.
Il suo compito sarà quello di elaborare una nuova costituzione che garantisca sia un assetto duraturo al sistema di governo dell’Unione sia una chiara visione del futuro.
Il nuovo trattato deve accrescere ulteriormente la capacità dell’Unione di agire sia al proprio interno che all’esterno. Deve rappresentare una forte cornice costituzionale entro la quale i detentori del potere esecutivo e del potere legislativo devono poter effettuare scelte politiche coerenti ed efficaci.
Gli Stati membri devono rispettare i valori ed i principi della loro Unione, e l’Unione europea deve vigilare ed intervenire incisivamente quando le costituzioni nazionali se ne discostano.
E’ necessaria una vera politica comune sull’immigrazione e sull’asilo in modo da trasformare l’area di libertà, sicurezza e giustizia dell’Unione europea in una realtà. Le responsabilità del controllo delle frontiere esterne dell’Unione devono essere condivise in modo adeguato e i diritti umani dei migranti devono essere pienamente rispettati. I diritti consolari della cittadinanza europea dovrebbero essere rafforzati e dovrebbero essere incrementate le posizioni consolari dell’Unione europea Dovrebbe essere concesso ai cittadini europei che vivono in altri Stati dell’Unione di votare in tutte le elezioni nel paese di residenza. Gli obiettivi dell’Iniziativa dei cittadini europei dovrebbero essere ampliati e la sua attuazione resa più accessibile.
L’Unione europea non sarà l’attore globale che aspira ad essere se i suoi Stati non assumeranno un impegno più serio nello sviluppare politiche comuni nei campi delle relazioni estere, della sicurezza e della difesa. Attualmente l’Europa non solo non riesce a difendere i propri valori ed i propri interessi, ma non è nemmeno in grado di far emergere le proprie capacità di svolgere un ruolo positivo nel quadro mondiale. I cittadini europei sono fortemente impegnati per la pace.
Al fine di raggiungere questi obiettivi la revisione dei trattati non può fare a meno di adattare le competenze e di aumentare i poteri delle istituzioni europee là dove è necessario.
Il governo federale
La novità principale della costituzione sarà l’istituzione di un governo federale, con un Ministro del tesoro per l’unione fiscale e monetaria dotato di pieni poteri. L’eurozona deve avere una propria capacità fiscale, in grado di contribuire alla stabilizzazione macroeconomica. Il bilancio dell’Unione europea dovrebbe essere finanziato da risorse proprie veramente autonome – come la tassa sulle emissioni di anidride carbonica o sulle transazioni finanziarie – che, differenziandosi dall’attuale sistema di contributi nazionali diretti, permetteranno al nucleo federale di sottrarsi alla paralisi del “giusto ritorno”.
Il nuovo trattato deve permettere la progressiva mutualizzazione di almeno una parte del debito sovrano all’interno dell’eurozona, sulla base di condizioni stringenti. Dovrebbe eliminare il divieto di deficit financing assicurando contemporaneamente che il debito federale sia sottoposto a limiti paragonabili a quelli imposti agli Stati. Inoltre, le attuali regole sull’unanimità per le decisioni sulle risorse proprie e sul quadro finanziario pluriennale devono essere modificate.
Maggiore democrazia
L’UEF ritiene che l’Unione europea possa sopravvivere e prosperare solo rafforzando la democrazia europea: noi ci impegniamo ad ampliare lo spazio pubblico europeo, coinvolgendo pienamente i cittadini in ogni tappa del processo costituzionale.
Dovremmo trasferire alla Commissione europea la maggior parte dei poteri esecutivi che ancora rimangono nelle mani del Consiglio, almeno in campo economico e fiscale, trasformando la Commissione in un governo riconoscibile e responsabile. Le dimensioni della Commissione dovrebbero essere ridotte, ed i suoi membri nominati dal Presidente (a sua volta eletto e non nominato dai Capi di Stati e di governo) ed approvati dal Parlamento europeo.
Le due camere legislative, quella del Parlamento europeo e quella del Consiglio, dovrebbero essere messe sullo stesso piano. La composizione del Parlamento dovrebbe essere determinata con regole logiche, trasparenti e comprensibili sulla base della popolazione degli Stati, rispettando il principio della proporzionalità decrescente. Al fine di costruire veri partiti politici europei e di ampliare la dimensione europea della politica, un certo numero di parlamentari europei dovrebbe essere eletto in una circoscrizione pan-europea su liste transnazionali. Il Parlamento deve ottenere il diritto di approvare le modifiche dei trattati e l’adesione di nuovi Stati.
Le restrizioni all’estensione della giurisdizione della Corte di Giustizia dovrebbero essere elimi nate e dovrebbe essere facilitato l’accesso alla Corte per i singoli individui.
Maggiore legittimità
I futuri emendamenti ai trattati dovranno prevedere procedure flessibili e democratiche ed entrare in vigore o una volta ratificati da una maggioranza qualificata degli Stati e dei membri del Parlamento europeo, oppure se approvati con un referendum pan-europeo da una maggioranza degli Stati e dei cittadini. Tali modifiche allineeranno l’Union europea a tutte le altre organizzazioni federali o internazionali.
Gli Stati dell’Unione europea non possono essere forzati a fare i passi in senso federale che qui proponiamo contro la loro volontà. Allo stesso tempo, però, a tali Stati non può essere concessa una possibilità illimitata di scegliere e prendere quello che vogliono dall’Unione e di scartare il resto.
Anzi, aumentare gli opt-outs à la carte e le deroghe rischia di rompere la coesione dell’acquis communautaire.
Questo tipo di libertà porta alla disintegrazione.
Per questo motivo proponiamo di creare una nuova categoria di appartenenza all’Unione a disposizione di quegli Stati che scelgono di non entrare nell’unione federale. La loro partecipazione istituzionale sarebbe necessariamente limitata: dovrebbero comunque garantire la fedeltà ai valori dell’Unione, ma il loro impegno politico verso gli obiettivi e le politiche dell’Unione sarebbe ridotto.
Questa nuova categoria di membri associati rappresenterebbe anche un miglioramento per l’attuale Area economica europea e sarebbe aperta a tutti gli altri paesi europei.
Qualora si rivelasse impossibile che tutti gli attuali Stati membri concordassero di modificare l’Unione europea come qui proposto, chiediamo con forza la convocazione di una Assemblea costituente che comprenda membri dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo per redigere una costituzione secondo questi principi. Tutti i parlamenti sarebbero invitati a prender parte ad una nuova rifondazione dell’Europa, ma l’assemblea dovrebbe essere autorizzata ad iniziare i suoi lavori anche se non tutti hanno deciso di unirsi a tale progetto.
***
Al fine di raggiungere questi obiettivi, l’UEF auspica che si apra un ampio dibattito pubblico sulla proposta di Legge fondamentale dell’Unione europea elaborata dai parlamentari europei del Gruppo Spinelli.
Noi ci impegniamo a sostenere la causa dell’unione federale europea nell’interesse di un mondo più pacifico e prospero.
L’Unione europea dei federalisti raccomanda questo manifesto ai partiti politici e ai candidati alle elezioni del Parlamento europeo del maggio 2014.
Union of European Federalists
Towards Federal Union
Manifesto for the 2014 European Elections
Europe is passing through a period of turbulence and uncertainty. The European Union itself is in deep trouble. The long financial crisis, which has led to economic stagnation, unemployment and political fragmentation, has exposed not only the flaws in the design of the Economic and Monetary Union and the weakness of EU institutions, but also a lack of commitment to European integration by EU states. As a result, the European Union has lost the trust of many citizens.
Europe is passing through a period of turbulence and uncertainty. The European Union itself is in deep trouble. The long financial crisis, which has led to economic stagnation, unemployment and political fragmentation, has exposed not only the flaws in the design of the Economic and Monetary Union and the weakness of EU institutions, but also a lack of commitment to European integration by EU states. As a result, the European Union has lost the trust of many citizens.
If the European Union is to survive for years to come, it must pursue the paths of social peace, prosperity and political unity through the business of democratic government. A federal Europe with strong democratic institutions is the only way to meet this challenge. Europe will not be united if it is not democratic. And it will not be democratic if it is not a federation.
The process of building a genuine European federal union can start today with the eurozone and those states genuinely committed to joining the euro. It is the responsibility of our decision makers to take all the necessary steps to solve the problems, put our affairs in order and rebuild confidence.
We therefore urge the political parties and candidates in the European Parliamentary elections of 2014 to make the accomplishment of a federal union a central theme of their campaign. An election with a genuine European dimension will be attractive for citizens and lead to a higher turnout.
We therefore welcome the fact that the European political parties are to nominate candidates for the Commission presidency and other posts.
And we urge the European Parliament to develop its proposals on the structure of federal union alongside representatives of national parliaments in an inter-parliamentary Assizes.
Dealing with the crisis
Federalists believe that only deeper fiscal integration will lead Europe out of the crisis and fulfil Europe’s economic and democratic potential. This new polity has to be formed around the states whose currency is or will soon be the euro.
In the first instance, the eurozone needs a real banking union, including a European resolution mechanism and a federal deposit insurance scheme. Decisive action is still needed to disentangle sovereign from banking debt. Regulation must be tough, clear and fair. At national level, fiscal discipline must be accompanied by economic reforms. At both European and national levels a better balance must be struck between fiscal consolidation and investment in growth and jobs: fiscal union is not viable without social justice. Tackling youth unemployment must be the priority.
It has become clear that purely national recovery plans have been largely ineffective. Only by creating the tools and resources for common European economic, industrial and energy policies can we boost trade and competitiveness, stimulate research and education, build trans-European networks and complete the single market in services.
UEF welcomes the legislation already in place which will ensure budgetary responsibility at the national and European level. Now we urge the eurozone to make rapid progress to address the burden of debt which is destroying opportunity for too many European citizens. We need adequate forms of European taxation and new forms of European debt instruments for a proactive European social and economic policy. We need to replace ad hoc policy conditionality with democratically legitimated policies and measures, including automatic stabilisers, which enhance solidarity and growth for a European social market economy if the conditions and rules of fiscal stability and structural changes are met.
These steps require the transformation of the eurozone into a true political union. And those states which have yet to join the euro, and are intent on doing so, must be connected as closely as possible to this process of deeper integration.
Treaty change
The Treaty of Lisbon is being stretched to breaking point under the pressure of crisis management.
Its revision is unavoidable if the Union is to overcome its present difficulties.
We therefore call for a constitutional Convention to begin as soon as possible after the May 2014 elections, and no later than spring 2015. The Convention will be composed of MEPs, national MPs, the Commission and the state governments. But it must reach out to the media, political parties, civil society and public opinion in direct and effective ways. Its mandate must include the task of explaining and justifying the decisions it takes.
The agenda of the Convention must be open, but shaped by a coherent political strategy based on the re-foundation and renewal of the European Union around a federal vanguard. Its task will be to draft a new fundamental law which provides a durable settlement of the system of governance of the Union, along with a clearer sense of things to come.
The new treaty must further enhance the capacity of the Union to act at home and abroad. It must be a strong constitutional framework in which its governors and law makers are empowered to make coherent and efficient choices about the direction of policy. Member states must respect the values and principles of their Union, and the EU needs to be alert and to react effectively when changes to national constitutions depart from them.
A genuine common immigration and asylum policy is needed to make a reality of the EU area of freedom, security and justice. Responsibilities for the control of the external frontiers of the Union must be decently shared, and the human rights of migrants fully respected. Consular rights of EU citizenship should be strengthened, and EU consular posts promoted. EU citizens living in other EU states should be allowed to vote in all elections at their place of residence. The scope of the European Citizens’ Initiative should be widened and its application made more accessible.
The European Union will not be the global actor it aspires to be unless its states makes a more serious political commitment to developing common foreign, security and defence policies. At the moment, Europe is not only failing to defend its own values and interests but also to fulfil its potential to be a source of good in world affairs. EU citizens have a strong commitment for peace.
In order to achieve these objectives the treaty revision must not fail to adjust competences and increase the powers of the European institutions where necessary.
Federal government
The main new feature of the fundamental law will be the installation of a federal government, with a powerful Treasury Secretary, for the fiscal and economic union. The eurozone must have its own fiscal capacity, capable of contributing to macro-economic stabilisation. The EU budget should be financed by genuinely autonomous own resources - such as taxes on carbon emissions or financial transactions - which, by moving away from the current system of direct national contributions, will allow the federal core to escape from the paralysis of juste retour.
The new treaty must permit the progressive mutualisation at least of a portion of sovereign debt within the eurozone, subject to strict conditionality. It should lift the prohibition on deficit financing while ensuring that the federal debt is subject to limits comparable to those imposed on the states.
In addition, the current unanimity rules for the decisions on own resources and the multi-annual financial framework must be modified.
A better democracy
UEF believes that the EU will only survive and prosper by enhancing European democracy: we act to strengthen the European public space, with citizens fully engaged at every stage of the constitutional process.
We should transfer to the European Commission most of the residual executive powers now held by the Council, at least in the economic and fiscal field, turning the Commission into a recognisable and accountable government. The size of the Commission should be reduced, with its members nominated by the President-elect and elected by the European Parliament.
The two legislative chambers of the European Parliament and the Council should be put on an equal footing. The composition of the Parliament should be determined by logical, transparent and understandable rules on the basis of the population of the states, respecting the principle of degressive proportionality. In order to build up real European political parties and to heighten the EU dimension of politics, a certain number of MEPs should be elected in a pan-European constituency from transnational lists. Parliament must gain the right of consent to treaty changes and to the accession
of new states.
Restrictions on the scope of the jurisdiction of the Court of Justice should be lifted, and access to the Court eased for individuals.
A deeper legitimacy
Flexible and democratic procedures are needed for future treaty amendments, which should enter into force either once ratified by a qualified majority of the states and of Members of the European Parliament, or if carried in a pan-EU referendum by a majority of the states and citizens. Such changes will bring the EU into line with all other federal or international organisations.
EU states cannot be forced against their will to take the federal steps we here propose. At the same time, such states cannot be allowed an open-ended possibility to pick and choose what they want from the EU and discard the rest. Yet more à la carte opt-outs and derogations risk fracturing the cohesion of the acquis communautaire. Free-riding means disintegration.
We therefore propose to create a new category of membership available to states which choose not to join the federal union. Institutional participation would necessarily be limited. Continued allegiance to the Union’s values should be required, but political engagement in the Union’s objectives and policies would be reduced. This new form of associate membership would also be an improvement on the present European Economic Area, and would be open to all other European countries.
Should it prove impossible for all current member states to agree to revise the European Union along these lines, we urge the creation of a constituent assembly, gathering members of the national parliaments and the European Parliament to establish a constitution along these lines. Every parliament would be invited to participate in a fresh start for Europe but the assembly should be able to start its work even if not all have resolved to join such a project.
****
To the achievement of these objectives, UEF welcomes a broad public debate on ‘A Fundamental Law of the European Union’ as elaborated by the Spinelli Group of MEPs.
We commit ourselves to advancing the cause of European federal union in the interests of a more peaceful and prosperous world.
The Union of European Federalists commends this manifesto to the political parties and candidates campaigning for election to the European Parliament in May 2014.
Union des Fédéralistes Européens
Vers l’Union fédérale
Manifeste pour les élections européennes de 2014
L’Europe traverse une période de turbulence et d’incertitude. L’Union européenne elle-même est en grande difficulté. La longue crise financière qui a conduit à la stagnation économique, au chômage et à la fragmentation politique a mis en évidence non seulement les failles dans la conception de l’Union économique et monétaire et la faiblesse des institutions de l’UE, mais aussi le manque de volonté d’intégration européenne parmi les Etats de l’UE. En conséquence, l’Union européenne a perdu la confiance de nombreux citoyens.
Si l’Union européenne doit survivre dans les années à venir, il lui faut prendre le chemin de la paix, de la prospérité et de l’unité politique sociale à travers les activités d’un gouvernement démocratique.
Une Europe fédérale avec des institutions démocratiques solides est la seule façon de relever ce défi. L’Europe ne sera pas unie si elle n’est pas démocratique. Et elle ne sera pas démocratique si elle n’est pas une fédération.
Le processus de construction d’une véritable union fédérale européenne peut commencer aujourd’hui avec la zone euro et les États vraiment décidés à rejoindre la zone euro. Il est de la responsabilité de nos décideurs de prendre toutes les mesures nécessaires pour résoudre les problèmes, mettre nos affaires en ordre et rétablir la confiance.
Nous demandons donc instamment aux partis politiques et aux candidats aux élections parlementaires européennes de 2014 de faire de la réalisation d’une union fédérale un thème central de leur campagne. Une élection véritablement européenne attirera les citoyens et conduira à une plus forte participation.
Nous nous félicitons donc du fait que les partis politiques européens doivent désigner des candidats à la présidence de la Commission et à d’autres postes. .
Et nous exhortons le Parlement européen à élaborer ses propositions sur la structure de l’union fédérale avec les représentants des parlements nationaux dans des assises inter- parlementaires.
Faire face à la crise
Les Fédéralistes croient que seul l’approfondissement de l’intégration fiscale permettra à l’Europe de sortir de la crise et de réaliser son potentiel économique et démocratique. Ce nouveau régime politique doit être formé autour des Etats dont la monnaie est ou sera bientôt l’euro.
Dans le premier cas, la zone euro a besoin d’une véritable union bancaire, y compris un mécanisme de résolution européen et un régime fédéral d’assurance des dépôts. Une action décisive est encore nécessaire pour dégager la dette souveraine de la dette bancaire. La réglementation doit être ferme, claire et équitable. Au niveau national, la discipline budgétaire doit être accompagnée par des réformes économiques. Aux niveaux européen et national, un meilleur équilibre doit être trouvé entre l’assainissement budgétaire et l’investissement dans la croissance et l’emploi: une union budgétaire n’est pas viable sans justice sociale. La lutte contre le chômage des jeunes doit être prioritaire.
Il est devenu clair que les plans de relance purement nationale ont été largement inefficaces.
Ce n’est qu’en créant les outils et les ressources pour des politiques économiques, industrielles et énergétiques européennes communes que nous pouvons relancer le commerce et la compétitivité, stimuler la recherche et l’éducation, construire des réseaux transeuropéens et achever le marché unique des services.
L’UEF se félicite de la législation déjà en place qui assurera la responsabilité budgétaire au niveau national et européen. Maintenant, nous demandons instamment à la zone euro de faire des progrès rapides pour alléger le fardeau de la dette qui est en train de réduire les chances de trop nombreux citoyens européens . Nous avons besoin de formes adéquates de fiscalité européenne et de nouvelles formes de titres de créance européennes pour une politique économique et sociale européenne proactive. Nous devons remplacer la conditionnalité politique ad hoc par des politiques et des mesures démocratiquement légitimées, y compris des stabilisateurs automatiques qui renforcent la solidarité et la croissance d’une économie sociale de marché européenne si les conditions et les règles de stabilité budgétaire et les changements structurels sont respectés.
Ces étapes nécessitent la transformation de la zone euro en une véritable union politique. Et les Etats qui n’ont pas encore adhéré à l’euro, et ont l’intention de le faire doivent être associés aussi étroitement que possible à ce processus d’intégration approfondie.
Modification du traité
La gestion de crise soumet le traité de Lisbonne à des tensions insoutenables. Sa révision est inévitable si l’Union doit surmonter ses difficultés actuelles.
Nous appelons donc à une convention constitutionnelle qui commencerait dès que possible après les élections de mai 2014, et au plus tard au printemps 2015. La Convention sera composée de députés européens, de députés nationaux, de la Commission et des gouvernements des États.
Mais elle doit s’ouvrir aux médias, aux partis politiques, à la société civile et à l’opinion publique de manière directe et efficace. Son mandat doit inclure la tâche d’expliquer et de justifier les décisions qu’elle prend.
L’ordre du jour de la Convention doit être ouvert mais structuré par une stratégie politique cohérente basée sur la refondation et le renouvellement de l’Union européenne autour d’une avantgarde fédérale. Sa mission sera de rédiger une nouvelle loi fondamentale qui prévoit un règlement durable du système de gouvernance de l’Union soutenu par une vision plus claire des choses de l’avenir.
Le nouveau traité doit améliorer la capacité de l’Union à agir à l’intérieur et à l’extérieur. Il doit comprendre un cadre constitutionnel solide dans laquelle ses gouvernants et ses législateurs sont habilités à faire des choix cohérents et efficaces sur l’orientation politique. Les États membres doivent respecter les valeurs et les principes de leur Union et l’UE doit être vigilante et réagir efficacement lorsque des modifications aux constitutions nationales s’en éloignent.
Une authentique politique d’immigration et d’asile commune est nécessaire pour faire de l’espace européen de liberté, de sécurité et de justice une réalité. Les responsabilités en matière de contrôle des frontières extérieures de l’Union doivent être décemment partagées et les droits humains des migrants pleinement respectés. Les droits consulaires des citoyens de l’UE doivent être renforcés et les postes consulaires de l’UE promus. Les citoyens de l’UE qui vivent dans un autre pays de l’UE devraient pouvoir voter à toutes les élections sur leur lieu de résidence. La portée de l’initiative citoyenne européenne devrait être élargie et son application plus accessible.
L’Union européenne ne sera pas l’acteur mondial qu’elle aspire à être si ses états ne prennent pas un engagement politique ferme pour développer des politiques communes en matière de diplomatie, de sécurité et de défense extérieure. À l’heure actuelle, l’Europe ne parvient non seulement pas à défendre ses propres valeurs et ses intérêts mais aussi à réaliser son potentiel à être une force pour le bien dans les affaires mondiales. Les citoyens européens sont fortement attachés à la paix.
Pour atteindre ces objectifs, la révision des traités ne doit pas manquer d’adapter les compétences et d’accroître les pouvoirs des institutions européennes, quand c’est nécessaire.
Le gouvernement fédéral
La principale nouveauté de la loi fondamentale sera la mise en place d’un gouvernement fédéral doté d’un puissant secrétaire au Trésor pour l’union économique et budgétaire. La zone euro doit avoir une capacité financière autonome et capable de contribuer à la stabilisation macro- économique.
Le budget de l’UE devrait être financé par de véritables ressources propres - comme les taxes sur les émissions de carbone ou les transactions financières - qui, à la différence du système actuel des contributions nationales directes, permettra au noyau fédéral d’échapper à la paralysie du juste retour.
Le nouveau traité doit permettre la mutualisation progressive d’au moins une partie de la dette souveraine dans la zone euro, sous réserve d’une stricte conditionnalité. Il faut lever l’interdiction qui pèse sur le financement du déficit tout en s’assurant que la dette fédérale est soumise à des limites comparables à celles imposées aux Etats. En outre, les règles actuelles de décision à l’unanimité pour les ressources propres et le cadre financier pluriannuel doivent être modifiées.
Une meilleure démocratie
L’UEF estime que l’UE ne peut survivre et prospérer qu’en renforçant la démocratie européenne : nous agissons pour renforcer l’espace public européen et associer pleinement les citoyens à chaque étape du processus constitutionnel.
Nous devrions transférer à la Commission européenne l’essentiel des pouvoirs exécutifs résiduels détenus par le Conseil, au moins dans le domaine économique et financier, faire de la Commission un gouvernement visible et responsable. La taille de la Commission devrait être réduite et ses membres désignés par le président élu et élus par le Parlement européen.
Les deux chambres législatives du Parlement européen et du Conseil devraient être mises sur un pied d’égalité. La composition du Parlement doit être déterminée par des règles logiques, transparentes et compréhensibles sur la base de la population des Etats, tout en respectant le principe de proportionnalité dégressive. Afin de construire de véritables partis politiques européens et pour renforcer la dimension européenne de la politique, un certain nombre de députés devrait être élus dans une circonscription paneuropéenne à partir de listes transnationales. Le Parlement doit avoir le droit de consentir à une modification du traité et à l’adhésion de nouveaux Etats.
Les restrictions sur l’étendue de la juridiction de la Cour de justice devraient être levées et l’accès à la Cour assoupli pour les particuliers.
Une légitimité approfondie
Des procédures souples et démocratiques sont nécessaires pour la modification des traités à venir qui devraient entrer en vigueur, soit une fois ratifiés par une majorité qualifiée des Etats et des membres du Parlement européen, soit, si elle est réalisée dans un référendum pan- européen, par une majorité des Etats et des citoyens. Ces changements mettront l’UE en conformité avec toutes les autres organisations fédérales ou internationales.
On ne peut pas forcer les Etats de l’UE contre leur volonté à prendre les mesures fédérales que nous proposons ici. Dans le même temps, on ne peut donner à ces Etats le droit permanent de choisir ce qui les intéresse dans l’UE et de jeter le reste. L’ajout de nouveaux « opt-outs » à la carte et de nouvelles dérogations menace la cohésion de l’acquis communautaire. Les «passagers clandestins » sont synonymes de désintégration.
Nous proposons donc de mettre une nouvelle catégorie de membres à la disposition des Etats qui choisissent de ne pas se joindre à l’union fédérale. La participation institutionnelle serait nécessairement limitée. Le respect des valeurs de l’Union devrait être maintenu mais l’engagement politique dans les objectifs et les politiques de l’Union serait réduit. Cette nouvelle forme de membre associé serait également une amélioration par rapport à l’Espace économique européen actuel et serait ouvert à tous les autres pays européens.
S’il s’avérait impossible pour tous les Etats membres actuels d’accepter de réviser l’Union européenne dans ce sens, nous demandons la création d’une assemblée constituante de membres des parlements nationaux et du Parlement européen afin d’établir une constitution en ce sens.
Chaque Parlement serait invité à participer à un nouveau départ pour l’Europe mais l’assemblée devrait pouvoir commencer ses travaux sans attendre que tous aient décidé de se joindre à un tel projet.
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Pour la réalisation de ces objectifs, UEF favorise un large débat public sur « Une Loi fondamentale de l’Union européenne» élaborée par le Groupe Spinelli des députés.
Nous nous engageons à faire avancer la cause de l’union fédérale européenne dans l’intérêt d’un monde plus pacifique et plus prospère.
L’Union des fédéralistes européens recommande ce manifeste aux partis politiques et aux candidats qui font campagne pour l’élection au Parlement européen en mai 2014.
Il Manifesto è stato approvato dal Congresso dell'Unione europea dei Federalisti tenutosi a Berlino il 15-17 novembre 2013.
TOWARDS FEDERAL UNION
Europe is passing through a period of turbulence and uncertainty. The European Union itself is in deep trouble. The long financial crisis, which has led to economic stagnation, unemployment and political fragmentation, has exposed not only the flaws in the design of the Economic and Monetary Union and the weakness of EU institutions, but also a lack of commitment to European integration by EU states. As a result, the European Union has lost the trust of many citizens.
If the European Union is to survive for years to come, it must pursue the paths of social peace, prosperity and political unity through the business of democratic government. A federal Europe with strong democratic institutions is the only way to meet this challenge. Europe will not be united if it is not democratic. And it will not be democratic if it is not a federation.
The process of building a genuine European federal union begins with the eurozone and those states genuinely committed to joining the euro. First, we need a banking union to wipe out bad banking practice and to reduce the burden of debt which is destroying opportunity for too many European citizens. We need adequate forms of taxation and new forms of debt instruments at the EU level. The eurozone must have its own fiscal capacity, capable of contributing to macro-economic stabilisation.
The EU budget should be financed by genuinely autonomous own resources - such as taxes on carbon emissions or financial transactions - which, by moving away from the current system of direct national contributions, will allow the federal core to escape from the paralysis of juste retour.
Deeper fiscal integration means moving towards a true political union. At present, the Treaty of Lisbon is being stretched to breaking point under the pressure of crisis management. Its revision is unavoidable if the Union is to overcome its present difficulties. We call for a constitutional Convention to begin in 2015.
The new treaty must further enhance the capacity of the Union to act at home and abroad. The main feature of the new fundamental law will be the installation of a federal government, with a powerful Treasury Secretary, for the fiscal and economic union.
We would transfer to the European Commission most of the executive powers now held by the Council. The size of the Commission should be reduced, with its members nominated by the President-elect and elected by the European Parliament. Taking decisions by qualified majority vote would become the norm. The task of the European Council should be to steer and manage the Council of Ministers.
Flexible and democratic procedures are needed for future treaty amendments, which shouldenter into force either once ratified by the European Parliament and a qualified majority of the states, or if carried in a pan-EU referendum by a majority of the states and citizens.
EU states cannot be forced against their will to take the federal steps we propose. At the same time, such states cannot be allowed an open-ended possibility to pick and choose what they want from the EU and discard the rest. We therefore propose to create a new category of membership available to those who choose not to join the federal union. Institutional participation would necessarily belimited.
We urge the political parties and candidates in the European Parliamentary elections of 2014 to make the accomplishment of a federal union a central theme of their campaign.