Per un’Europa federale
La costruzione dell’unità europea è un’impresa coraggiosa e lungimirante. E’ stata, ed è, la condizione necessaria per garantire la pace, il progresso, la solidarietà e la prosperità del nostro continente.
Eppure, oggi, l’Unione europea è contestata da forze nazionaliste e populiste, che trovano spazio anche perché l’Europa è una costruzione ancora incompleta, incapace di rispondere con la necessaria efficacia alle sfide economiche e geopolitiche poste dalla globalizzazione e dall’assenza di un ordine internazionale cooperativo. I problemi legati alla sicurezza interna ed esterna, alla questione migratoria, al rafforzamento di uno sviluppo economico ecologicamente e socialmente sostenibile sono ancora lontani dall’essere superati.
Molto si può, e si deve, fare subito con gli attuali Trattati per migliorare la governance e le politiche dell’Unione in tutti questi settori, come dimostrano i Rapporti Bresso-Brok e Berès-Böge, approvati dal Parlamento europeo. Devono esserci, però, la volontà politica e l’accordo tra un’avanguardia di governi nazionali, e questa duplice condizione non può sussistere se non si accompagna alla determinazione di riaprire, nei modi che gli equilibri all’interno dell’UE renderanno possibili (Protocollo aggiuntivo o Convenzione costituente), il cantiere della riforma dei Trattati. Solo attraverso la creazione di un genuino potere di governo sovranazionale a livello europeo, grazie alla possibilità di contare su risorse proprie e di poter attuare direttamente le politiche europee, rispondendo al tempo stesso ai cittadini del proprio operato, si può trasformare l’Europa in un sistema politico efficace e democratico.
Sul piano istituzionale il primo nodo da sciogliere, nel quadro di un accordo tra i governi nazionali più avanzati, è quello della creazione di un’unione federale dell’Eurozona, completando l’unione monetaria attraverso l’unione economica e fiscale e superando l’attuale sistema intergovernativo, come propone il Rapporto Verhofstadt, anch’esso approvato dal Parlamento europeo. La costruzione di questo nucleo di sovranità europea permetterà anche di sviluppare una vera politica estera e di sicurezza uniche europee, di cui non possiamo più fare a meno.
Non tutti i paesi membri accetteranno questa trasformazione: alcuni ne vorranno rimanere fuori temporaneamente, altri per tempi più lunghi. Per questo è necessario che la nuova struttura dell’Unione europea sappia conciliare la convivenza, all’interno del quadro unitario dell’Unione europea, di due diversi livelli di integrazione, garantendo a tutti i benefici e lo sviluppo del Mercato unico, senza però impedire la nascita dell’Unione federale tra i paesi dell’Euro, inclusi quelli già impegnati ad aderirvi.
Questo processo di ridefinizione dell’Unione europea non può più essere rimandato. E’ necessario che le elezioni europee del 2019 coincidano con una svolta. I due anni che ci separano da questo appuntamento devono servire a creare le condizioni politiche per aprire la fase costituente.
Per tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Europa è venuto il momento di mobilitarsi: per chiedere un’Europa federale che sappia difendere i valori della pace, della libertà e della giustizia sociale. Oggi e per le generazioni future.