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ELEZIONI POLITICHE 2022: PROGRAMMA DELL’ALLEANZA SINISTRA E VERDI

Il Programma elettorale si suddivide in 10 capitoli che trattano le diverse tematiche, e che a volte includono anche le politiche e il ruolo dell’Unione europea

Sulla politica ambientale un paragrafo è dedicato a “Per un’Europa verde e solidale”, e si auspica una politica comune sul gas basata su meccanismi di solidarietà, incentrata su obiettivi comuni di risparmio, di accesso agli stoccaggi e di ottimizzazione di gasdotti e rigassificatori esistenti. Si contrasta però l’idea di nuove esplorazioni e produzioni di gas e di nuove infrastrutture ad esse dedicate. L’Europa dovrebbe favorire nuove forniture con paesi che abbiano disponibilità di gas per l’export. Si dichiara la necessità di rendere il Green Deal più ambizioso nei programmi e più generoso nei finanziamenti, e attivare una diplomazia del Green Deal in grado di smuovere verso politiche ambientali virtuose le grandi economie emittrici come Cina e India e di dar vita a nuovi partenariati, nel Mediterraneo, Africa, America Latina ed economie asiatiche.

Inoltre, l’alleanza Sinistra e Verdi propone “una politica estera verde per una transizione globale giusta”, suggerendo iniziative italiane, nei G7 e nei G20, in linea con i valori espressi dal gruppo, ma di per sé slegati da una visione europeista. Altrettanto per il tema del lavoro: l’ambito di azione è sempre quello nazionale, dove si propongono provvedimenti contro il lavoro precario e sottopagato, contro i licenziamenti ingiustificati, a favore del potere d’acquisto, delle pensioni, della sicurezza sul lavoro, ma senza alcun riferimento concreto al contesto europeo, nemmeno a proposito della politica industriale.

Il punto 7 (Un’Europa di pace e di accoglienza) parte dalla condanna dell’aggressione all’Ucraina, definita l’atto più violento e drammatico del nostro tempo, per invocare in generale il ripudio di ogni guerra e di ogni violazione dell’autodeterminazione dei popoli (palestinesi, kurdi, saharawi…) e dei diritti umani (Egitto). La linea proposta è quella del disarmo unilaterale, dell’abolizione delle armi nucleari, del dialogo multilaterale e della trattativa a oltranza. Non si definiscono tuttavia concretamente modi, strumenti, obiettivi strategici per un’eventuale azione politica dell’Europa nel contesto geopolitico.

Invece, nel paragrafo “Per un’Europa sociale, solidale, dei diritti”, si afferma precisamente: “L’Unione Europea è uno spazio politico da difendere, approfondire e cambiare. Bisogna lavorare affinché il processo democratico dell’Unione venga rafforzato nella sua dimensione sovranazionale, a partire da una centralità maggiore del Parlamento europeo e superando il meccanismo dei veti nazionali. Crediamo che la Conferenza sul Futuro dell’Europa non possa essere una promessa infranta e che bisogna lavorare ad una riforma dei Trattati. Da qui passa anche la costruzione di un’Europa sociale. L’Unione non può essere infatti solo quella della libera circolazione di merci e capitali, abbiamo bisogno dell’Europa dei diritti, a partire dalla piena realizzazione del pilastro sociale. Con Next Generation EU, l’UE ha mostrato uno slancio nella giusta direzione, ma non è sufficiente aver sospeso il Patto di Stabilità e Crescita, di cui profonda riforma insieme a me quella delle regole di governance economica che hanno caratterizzato la stagione dell’austerità. Bisogna definire regole e strumenti fiscali europei volti a compensare gli squilibri economici e a fermare veri e propri paradisi fiscali che operano dentro l’Unione. Occorre mettere a regime la solidarizzazione del debito, come elemento di base per contenere gli attacchi speculativi e favorire politiche economiche espansive”.

Infine vengono proposti interventi in merito all’immigrazione, in nome di un’Europa solidale, inclusiva, aperta a quanti fuggono dalle guerre e dalla miseria.

 

  


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