Il 10 marzo si è tenuta al Parlamento europeo la cerimonia per la firma della Dichiarazione comune (link) che avvia i lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa.
L’inaugurazione è prevista per il 9 maggio. Con un anno di ritardo, a causa della pandemia, si apre finalmente il processo di confronto con i cittadini e le istituzioni di tutti i livelli per disegnare la nuova Europa del XXI secolo. I lavori dureranno un anno, al termine del quale si aprirà il processo di riforma dell’UE, sulla base delle richieste e dei progetti che emergeranno dalla Conferenza.
La Conferenza parte in una situazione particolare. La crisi drammatica che ha colpito il mondo intero e la capacità mostrata dagli Stati membri e dalle istituzioni europee di dare una risposta comune ha indicato la necessità e la via per rilanciare il progetto europeo, nella solidarietà e nei valori comuni. Il dibattito su come strutturare e istituzionalizzare questa svolta dell’UE è aperto. In questo momento il fronte composito delle forze che vogliono un’Europa politica, democratica e forte, è ampio. Per questo l’occasione di rinnovare il disegno federale dei Padri Fondatori non è mai stata così propizia. Nulla è definito, e la partita è tutta da giocare; ma per le forze federaliste – nel Parlamento europeo, nei parlamenti nazionali, nei governi nazionali, nella società – si apre una battaglia decisiva (comunicato dell'Unione Europea dei Federalisti).
Il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel corso della cerimonia delle firme, ha fatto un discorso che riassume bene il momento che il progetto europeo sta attraversando e i compiti che ci aspettano con la Conferenza. Riportiamo qui le sue parole quasi integralmente, convinti che il nostro futuro sia in un'Europa federale, democratica e sovrana; e che il tempo per realizzarla sia ora.
David Sassoli, Cerimonia per la firma della Dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa
Care colleghe e cari colleghi,
in occasione di questa cerimonia, è un giorno speciale per la democrazia europea….Finalmente si parte.
La Conferenza sul futuro dell’Europa sarà un’opportunità unica per tutti i cittadini europei e per la società civile di plasmare il nostro futuro. Abbiamo bisogno di aprire questo cantiere e in questo processo vogliamo mettere al centro i cittadini, la società civile, ma anche i Parlamenti nazionali, le regioni, gli attori locali, le parti sociali, il mondo accademico, i giovani.
Mettendo i cittadini europei al centro di questo processo, consultandoli, coinvolgendoli, nei dibattiti, durante tutta la Conferenza essi avranno la possibilità di affrontare le questioni che sono loro care e noi ci impegniamo ad ascoltare le loro aspettative, le loro preoccupazioni, le loro idee. Ecco perché la Conferenza sarà un evento innovativo, ecco perché può essere un game changer….
L’Europa sta affrontando un momento molto difficile, drammatico, ma la solidarietà che essa incarna e che vuole incarnare non può che essere l’unica risposta a questa crisi. L’Unione sarà al centro della ripresa economica e sociale, così come continuerà ad essere al centro della strategia di vaccinazione. Un approccio unito e solidale rimane l’unico modo per andare avanti; e le aspettative dei nostri cittadini nei confronti dell’Europa sono sempre più forti.
In questo contesto è essenziale a dare all’Europa gli strumenti giusti per rispondere a queste attese, a questa richiesta di solidarietà, per prepararla e preparare la sfida futura. Ecco perché la Conferenza dovrà essere un momento di riflessione per trarre lezioni da questa crisi, ma anche per rafforzare la nostra democrazia. Se l’Europa deve essere in grado di affrontare le questioni globali e adattarsi ad un mondo che cambia, dovrà dotarsi dei mezzi per essere più efficace, più democratica, più flessibile, più resiliente.
E’ urgente rinnovare il nostro patto democratico, rinnovando il legame con la nostra società. Sta emergendo un vero spazio pubblico europeo. La crisi ha rivelato una vera e propria europeizzazione dell’opinione pubblica. La convinzione della nostra unità e la consapevolezza di un destino comune sono ormai condivisi dalla maggioranza dei cittadini e dei decisori europei, e si alimentano a vicenda. Ora dobbiamo gettare le basi per un nuovo contratto sociale europeo, rafforzare l’Europa, affinché non soffra più l’emergenza delle crisi che verranno, ma sia dotata degli strumenti strategici e della capacità per essere più resiliente.
Ascoltare, discutere, cambiare l’Europa insieme. E’ ciò che le nostre tre istituzioni si sono impegnate a fare oggi, lanciando la Conferenza sul futuro dell’Europa il 9 maggio prossimo. Ma soprattutto oggi siamo fermamente impegnati a garantire il seguito concreto delle raccomandazioni e delle conclusioni che la Conferenza produrrà. E’ essenziale che questo esercizio porti ad azioni concrete: cambiamenti legislativi, cambiamenti dei trattati, se questo è desiderato e auspicato. Ci impegniamo a non avere tabù, e a fare in modo che i risultati possano offrire una visione reale del nostro progetto europeo. E’ in gioco la nostra credibilità come rappresentanti delle istituzioni, come rappresentanti dei cittadini. E’ in gioco il nostro futuro e il futuro della nostra democrazia. E ora abbiamo l’opportunità di riscoprire l’anima del progetto europeo e di farla vivere nella contemporaneità.
Invitiamo quindi tutti i cittadini europei a partecipare alla Conferenza, a costruire l’Europa di domani, affinché diventi davvero la loro Europa.
Strasburgo, 10 marzo 2021