La crisi dell’Europa è prima di tutto una crisi delle sue istituzioni. Il Parlamento Europeo, come principale espressione comune dei cittadini europei, si è assunto la responsabilità di elaborare le proposte per riprendere il cammino verso l’unione politica e la creazione di istituzioni europee efficienti e democratiche.
L’8 dicembre scorso la Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo ha approvato due importanti rapporti. Il primo, redatto da Elmar Brok e da Mercedes Bresso[1], contiene una serie di proposte per migliorare il funzionamento delle istituzioni europee sfruttando le potenzialità offerte dagli attuali trattati. Secondo questo rapporto, il Trattato di Lisbona offre già gli strumenti che possono essere utilizzati senza ritardi per far fronte nell’immediato alle sfide che lo spazio comune europeo si trova ad affrontare, in particolare per approfondire l'Unione economica e monetaria e per aumentare l'efficacia della politica estera e di sicurezza comune.
Il secondo rapporto, redatto da Guy Verhofstadt[2], individua le riforme necessarie per affrontare alla radice i limiti dell’attuale assetto istituzionale dell’Unione Europea. Scopo della riforma è abbandonare l’attuale modello intergovernativo di funzionamento dell’Unione per creare una reale capacità di agire a livello comune nell’interesse degli europei. La Commissione Europea dovrebbe diventare un vero governo in grado di affrontare i problemi economici e di sicurezza comuni dei cittadini europei, responsabile verso il Consiglio Europeo, che rappresenta gli Stati dell’Unione, e il Parlamento Europeo, che rappresenta direttamente i cittadini. A loro volta il Consiglio e il Parlamento europei sarebbero riformati per condividere sullo stesso piano le funzioni legislative. In particolare il Parlamento dovrebbe acquisire pieni poteri in materia di spesa e di entrate, di indirizzo delle politiche di convergenza e di monitoraggio dei bilanci degli Stati membri. La proposta potrebbe inizialmente essere fatta propria da un primo gruppo di paesi che già partecipano all’Unione monetaria.
Con questa iniziativa il Parlamento Europeo entra come protagonista nel dibattito sulla riforma dell’Unione, già avviato al massimo livello istituzionale con il Rapporto dei cinque Presidenti[3].
L’MFE sta seguendo con interesse l’iter dei due report, la cui approvazione finale è prevista durante la seduta plenaria del PE di febbraio, e invita i partiti politici, le istituzioni locali e i movimenti della società civile a mobilitarsi per affermare la necessità di procedere nel processo di integrazione europea e per spingere i governi e i parlamenti nazionali a mettere in atto da subito le azioni necessarie per la realizzazione delle proposte contenute nei due rapporti. La manifestazione che il Movimento federalista europeo sta preparando insieme ad altre organizzazioni per il 25 marzo prossimi a Roma per il 60° anniversario dei Trattati di Roma rappresenta l’occasione per iniziare a lavorare insieme e dare avvio a questo nuovo programma comune.
[1] Draft Report on Improving the functioning of the European Union building on the potential of the Lisbon Treaty, European Parliament, PE 573.146v01, http://www.europarl.europa.eu/committees/en/afco/draft-reports.html?ufolderComCode=AFCO&ufolderLegId=8&ufolderId=02318&linkedDocument=true&urefProcYear=&urefProcNum=&urefProcCode=
[2] Draft Report on possible evolutions and adjustments of the current institutional set up of the European Union http://www.europarl.europa.eu/committees/en/afco/draft-reports.html?ufolderComCode=AFCO&ufolderLegId=8&ufolderId=02315&linkedDocument=true&urefProcYear=&urefProcNum=&urefProcCode=
[3] The five President’s report: Completing Europe’s Economic and Monetary Union, European Commission, https://ec.europa.eu/priorities/publications/five-presidents-report-completing-europes-economic-and-monetary-union_en