In vista del lavoro comune per l'intergruppo federalista al Parlamento italiano e di alcune iniziative congiunte per la campagna elettorale, MFE-GFE e Movimento Europeo italia hanno concordato un manifesto comune che riprende i punti dei rispettivi documenti (manifesto dell'Unione Europea dei Federalisti e dichiarazione d'impegno dei candidati MFE-GFE e le 10 priorità del Movimento Europeo).
Di seguito il testo.
Verso le elezioni europee 2019
Manifesto dei federalisti europei in Italia
CONTRO IL NAZIONALISMO
PER UN’EUROPA SOVRANA E FEDERALE
Le elezioni europee del 23-26 maggio devono essere l’occasione storica per aprire una battaglia che ponga al centro del dibattito politico europeo la questione dell’avvio di un processo costituente che porti ad un sistema federale che, solo, consente alle cittadine e ai cittadini europei di riacquistare una piena sovranità, difendere i loro interessi e contribuire alla costruzione di una società internazionale più equa e più giusta creando al tempo stesso una vera cittadinanza federale come parte della democrazia parlamentare rappresentativa e partecipativa europea.
► L’integrazione europea è nata per rispondere ai nazionalismi, al disprezzo della dignità umana, al razzismo, agli orrori dell’olocausto e dell’antisemitismo ed è fondata per queste ragioni essenziali sui valori dello Stato di diritto: la supremazia della legge, l’eguaglianza e la non-discriminazione, il pluralismo dell’informazione, la separazione dei poteri, i diritti fondamentali e i principi democratici, il pieno rispetto delle pari opportunità. In questo spirito occorre rimuovere gli ostacoli che si oppongono al rispetto di questi valori, salvaguardare e valorizzare le diversità culturali nel quadro dell’assetto istituzionale di governi multilivello che caratterizza l’UE.
► La necessità e l’urgenza di una efficace politica europea per le migrazioni è sotto gli occhi di tutti.
La mancanza di un governo europeo in questa materia ha generato tensioni fortissime all’interno dell’Unione europea tra Stati membri e nelle società, contribuendo a creare le condizioni per la crescita delle forze nazionaliste.
Sono pertanto urgenti:
- la sostituzione del regolamento di Dublino con un sistema europeo di asilo equo e la creazione di uno status di rifugiato europeo e di un visto umanitario europeo;
- la definizione di modalità legali per la migrazione economica e lo sviluppo di efficaci politiche di integrazione per gli immigrati;
- la riforma della politica dell'Unione europea in materia di visti per garantire un'effettiva reciprocità e facilitare la circolazione legale delle persone;
- lo sviluppo di una effettiva politica europea comune in materia di migrazione che promuova soluzioni globali in materia di migrazione, concentrandosi sulla creazione di canali di accesso regolari per la migrazione e responsabilità condivisa tra paesi membri, garantendo il rispetto dei diritti umani e la condivisione delle responsabilità;
- un'autorità europea di gestione delle frontiere, istituita per gestire efficacemente i confini esterni dell'Unione europea;
- una politica europea di rimpatrio conforme agli obblighi in materia di diritti umani e accompagnata da misure di reinserimento;
- risorse europee adeguate per finanziare i suddetti strumenti.
Occorre rinnovare e rafforzare la cooperazione con gli Stati africani e arabi promuovendo un vero piano europeo di investimenti.
► Occorre fare dell’UE e della sua politica industriale, tecnologica, scientifica, agricola e di coesione territoriale un modello di trasformazione ecologica rendendola progressivamente indipendente dalle energie fossili.
A questo scopo, per promuovere la transizione verso un'economia sostenibile e pienamente rispettosa dell'ambiente, chiediamo che l'Unione europea:
- sviluppi un piano per l'eliminazione graduale dei combustibili fossili, compresa la cessazione delle sovvenzioni all'industria fossile in linea con gli obblighi dell'accordo di Parigi e con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile;
- introduca una tassa sul carbonio;
- orienti gli investimenti verso le energie rinnovabili sostenibili;
- promuova l'efficienza energetica;
- imponga obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni;
- imponga misure per ridurre al minimo i rifiuti di plastica;
- promuova un dibattito pubblico a livello europeo per introdurre nuove regole per la transizione ecologica;
- promuova i lavori verdi.
E’ necessario affrontare nello stesso tempo i problemi della digitalizzazione e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel quadro della società 4.0, per governare in maniera consapevole i nuovi modelli produttivi.
► Gli affari esteri e di sicurezza rimangono oggi settori di politica intergovernativa, in cui i capi di Stato e di governo decidono collettivamente, mantenendo un diritto di veto su ogni questione.
Considerando l’indebolirsi delle alleanze europee e il moltiplicarsi delle minacce mondiali, la situazione deve cambiare.
- La cooperazione strutturata permanente (PESCO), recentemente istituita, dovrebbe evolvere verso una vera Unione europea della difesa e sicurezza affinché l'UE possa promuovere i suoi valori nel mondo globalizzato di oggi, e sviluppare ulteriormente il suo ruolo nella prevenzione civile dei conflitti, nella gestione delle crisi e nella stabilizzazione postbellica, lasciando alla Commissione la responsabilità di impegnarsi nella protezione civile, nel salvataggio e negli aiuti in caso di catastrofi naturali internazionali.
- Servono appalti comuni e investimenti comuni nella ricerca per i prodotti e le attrezzature per la difesa, al fine di promuovere la convergenza e la competitività della base tecnologica e industriale dell'industria europea della difesa.
- Il sistema decisionale della politica di sicurezza e di difesa comune deve diventare democratico e trasparente, introducendo il voto a maggioranza, nominando un Commissario per la difesa e la sicurezza e consentendo al Parlamento di legiferare su tutti gli aspetti della politica di sicurezza e di difesa in condizioni di parità con un Consiglio dei ministri della difesa (presieduto dall'Alto Rappresentante) su proposte della Commissione Europea.
Solo passando dall'attuale sistema intergovernativo a una vera Unione europea della difesa e sicurezza autonoma, l'Europa troverà una voce comune per arginare la marea di impotenza, inazione, isolamento e instabilità che stiamo affrontando.
► L’Unione europea è uno spazio unificato, dove la libera circolazione di persone, beni e capitali è ormai garantita.
E’ pertanto necessario:
- attuare politiche e misure europee per assicurare la sicurezza interna dei cittadini al fine di creare una dimensione europea nella lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione e al terrorismo transnazionali;
- avviare le fondamenta di un diritto penale europeo, rafforzando i poteri della Procura europea e creando un’Agenzia di intelligence comune nel pieno rispetto delle prerogative del PE e dei parlamenti nazionali.
► L’Unione europea è stata duramente segnata dalla lunghissima crisi economica e finanziaria degli scorsi anni.
E’ pertanto urgente:
- adottare politiche e misure europee per sradicare la povertà, ridurre le diseguaglianze fra generazioni e aree regionali con particolare riferimento alle aree interne svantaggiate per favorirne il progresso,
- creare strumenti di welfare europeo attraverso un piano europeo e un mercato unico europeo del lavoro nel quadro di un social compact che riporti il lavoro al posto centrale nell’Unione europea.
Occorre dare piena e vincolante attuazione ai principi del “pilastro socialeadottato a Göteborg con strumenti normativi e politici e creare le condizioni di un rinnovato dialogo sociale come elemento caratterizzante della democrazia economica e come strumento per definire forme comuni di partecipazione dei lavoratori alle decisioni delle imprese.
► L’eurozona celebra i primi vent’anni della sua esistenza; ma mentre i suoi mercati si integrano, la prevista convergenza delle economie non riesce a concretizzarsi. L’eurozona deve diventare più coesa e più democratica.
Servono:
- il completamento dell’Unione bancaria per assicurare la stabilità finanziaria, compreso uno schema europeo di assicurazione dei depositi ed un Fondo monetario europeo;
- un bilancio dell’eurozona, gestito da un Tesoro dell’eurozona, finanziato da vere risorse proprie e sufficientemente ampio da contribuire alla stabilizzazione macroeconomica;
- l’introduzione di strumenti di stabilizzazione e di solidarietà, come ad esempio uno schema di riassicurazione contro la disoccupazione;
- regole efficaci per contenere il debito ed evitare la spesa eccessiva, ma introducendo contemporaneamente strumenti di solidarietà;
- un ruolo esecutivo pieno della Commissione e pieni poteri di codecisione del Parlamento europeo anche nella definizione di questo bilancio dell’eurozona e del suo finanziamento.
► Anche il mercato unico deve essere rivisto in alcuni settori e adeguato al nuovo quadro internazionale.
- Occorre completare il mercato dei capitali, il mercato digitale, l’unione energetica e il mercato unico dei servizi.
- Occorre inoltre rafforzare le tutele dei consumatori, rinnovare e sviluppare una politica europea per la piccola e media imprenditoria facilitando in particolare quella giovanile e femminile, garantire l’autonomia dell’Antitrust europeo e degli Antitrust nazionali.
- Occorre altresì adattare l’attuazione delle regole della concorrenza e sugli aiuti di Stato, che devono essere europei, alle nuove realtà dell’economia globale. In questo quadro, appare necessaria una riforma di questa politica per favorire quando opportuno e in settori strategici la formazione di campioni europei.
- Per migliorare la governance del mercato chiediamo che sia adottato un bilancio annuale dell’UE con proiezione quinquennale, e sosteniamo il passaggio a un bilancio europeo ampiamente indipendente, finanziato con risorse europee.
- L'Unione Europea dovrebbe avere il diritto di istituire tasse su attività transfrontaliere che interessano tutti gli europei e in particolare in quei settori in cui solo l'Europa può garantire una tassazione efficiente ed equa, come sulle multinazionali, i prodotti digitali, le transazioni finanziarie, le emissioni di biossido di carbonio o l'uso della plastica.
Per queste ragioni, chi si candida al Parlamento europeo è chiamato a impegnarsi per avviare, da parlamentare, la battaglia per aprire un processo costituente che porti ad una profonda riforma dell’Unione europea per renderla molto più unita politicamente e più efficace, dotata di poteri effettivi di governo indipendenti dagli Stati e direttamente, e democraticamente, legittimata dai cittadini oltre che dagli Stati. Perché ciò avvenga la Commissione europea, con un minor numero di membri, dovrà diventare il solo organo esecutivo dell’Unione; il Consiglio europeo dovrà conservare unicamente un ruolo di indirizzo generale, cessando di svolgere un ruolo di natura governativa nel processo di decisione politica; dovrà essere abolito il diritto di veto nel Consiglio e nel Consiglio europeo; al Parlamento europeo dovrà essere garantito il diritto di co-decisione con il Consiglio in tutte le aree di competenza dell’UE. Questa battaglia dovrà sicuramente partire come una battaglia di minoranza, e, per allargarsi, dovrà saldarsi subito con le forze esterne – della politica, inclusi i governi favorevoli, e della società; dovrà rifarsi all’esperienza del Club del Coccodrillo fondato d Altiero Spinelli nella prima legislatura del Parlamento europeo, nella consapevolezza che il sistema che si dovrà costituire nella nuova Unione europea dovrà prevedere almeno due diversi livelli di integrazione, in base alle diverse volontà politiche che caratterizzano oggi i governi, ossia un nucleo politico attorno al quale strutturare il Mercato unico dei 27 – o forse più – paesi membri. La creazione di un intergruppo (Gruppo Spinelli) nel Parlamento europeo sarà il primo passo per promuovere questi obiettivi.
Il MEI e il MFE, con la GFE, chiedono ai candidati di sottoscrivere questo impegno e di prepararsi ad essere protagonisti di una battaglia coraggiosa da cui dipende il futuro dei cittadini europei e della democrazia nel mondo.