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MFE e GFE aderiscono al sit-in promosso da varie organizzazioni che si svolgerà martedì 28 agosto in piazza San Babila a Milano in occasione dell'incontro tra Matteo Salvini e il Primo Ministro ungherese Viktor Orban.

La inaudita gravità della vicenda della Diciotti, unita agli interventi e ai comportamenti di molti membri del governo in questo ultimo periodo ci ha spinto ad intervenire duramente nei confronti del governo.
Oltre alla presa di posizione congiunta sull'ultimo comunicato stampa del Presidente Conte, la Segreteria del MFE e la Direzione nazionale della GFE hanno deciso di aderire al sit-in Insieme senza Muri che si svolgerà martedì 28 agosto in piazza San Babila a Milano in occasione dell'incontro tra Matteo Salvini e il Primo Ministro ungherese Viktor Orban.

MFE e GFE, insieme alle rispettive organizzazioni europee, JEF e UEF, hanno incentrato le proprie strategie in vista delle prossime elezioni europee sull'impegno a rafforzare e formare reti nazionali e locali di associazioni, movimenti e singoli cittadini che intendano impegnarsi per un'Europa federale contro le spinte nazionaliste ed illiberali rappresentate da leader politici come Salvini e Orban.

L'adesione del MFE e della GFE alla manifestazione è stata motivata con una dichiarazione, qui riportata, che è stata diffusa a tutte le organizzazioni che promuovono la manifestazione.

 

N PIAZZA CONTRO IL NAZIONALISMO DI ORBÁN E SALVINI

Proposte concrete per riformare le Istituzioni europee e rilanciare la cultura europea: ecco la ricetta dei federalisti europei.

Martedì 28 agosto, a Milano, il Ministro degli Interni Matteo Salvini incontrerà il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán con l’obiettivo di mettere in discussione non solo i Trattati europei, ma anche convenzioni internazionali quali quella di Ginevra, come affermato dallo stesso Salvini. L’Europa sovranista e securitaria che prospettano i due partecipanti al meeting è in profonda contraddizione, prima ancora che con le nostre proposte politiche, con l’idea di Europa e di cultura europea che è stata affermata nel secondo dopoguerra.
La vergognosa strumentalizzazione del fenomeno migratorio, ottimo diversivo per distrarre dai problemi reali del nostro Paese, è al centro delle evidenti contraddizioni che caratterizzano l’operato e la retorica di illustri esponenti del nostro governo che scelgono, come propri interlocutori e alleati i leader che più si sono spesi contro una gestione europea dei fenomeni migratori come lo stesso Orbán.
Egli è poi il Primo Ministro di un Paese in cui, da diversi anni, vengono violati regolarmente i più basilari principi democratici con provvedimenti quali la pubblicazione di vere e proprie liste di proscrizione ai danni degli avversari politici e il blocco della distribuzione di cibo per i richiedenti asilo che risiedono nei campi al confine tra Serbia e Ungheria, violando apertamente ogni legge sui diritti umani.

L’Europa, indicata da tutti come capro espiatorio di tutti i mali, risulta oggi più che mai un insieme disomogeneo di Stati, incapaci di perseguire gli altissimi obiettivi per cui il processo di integrazione era iniziato. Il momento della scelta è arrivato per tutti; restare moderati, provare a non scegliere, in questo momento non sarebbe altro che un assist a chi vuole distruggere la civiltà europea, prima ancora dell’Unione stessa. Quale Europa vogliamo per il nostro futuro? Quella dei muri, degli autoritarismi, dei nazionalismi o quella democratica, solidale e federale sognata a Ventotene?

Noi federalisti abbiamo fatto da tempo la nostra scelta, e martedì 28 saremo in piazza per chiedere:

  • di dotare l’Ue di istituzioni in grado di attuare vere politiche di asilo e immigrazione, data l’evidente incapacità dei singoli Stati nazionali di gestire la situazione;
  • il superamento del Regolamento di Dublino;
  • una riforma della zona Euro con l’obiettivo di creare un governo democratico, dotato delle adeguate risorse per investire nei paesi europei e per avviare politiche di cooperazione nel Mediterraneo nel rispetto di quei principi e valori che sono origine e scopo della civiltà europea.

  


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