Con la vittoria di Macron in Francia e l’elezione di Trump alla Casa Bianca si apre una nuova finestra di opportunità per portare a compimento l’unificazione politica dell’Europa.
L’obiettivo dei federalisti nella nuova fase della Campagna per la federazione europea è quello di sfruttare le opportunità offerte dal nuovo clima favorevole per preparare il terreno per una riforma dei Trattati che porti alla creazione di istituzioni genuinamente federali.
E’ indubbio che in questo momento si sta aprendo in Europa una possibilità di imprimere una svolta al processo di costruzione dell’unità politica. E’ una possibilità che nasce in reazione alla crisi profonda attraversata dal processo di integrazione negli ultimi due anni e alla crescita e alle vittorie conseguite dai movimenti populisti e sovranisti anti-europei; e anche all’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti e al conseguente radicale cambiamento nei rapporti transatlantici. E’ una reazione che ha spinto l’opinione pubblica pro-europea ad uscire dal silenzio e ha animato alcuni leader più coraggiosi di altri sotto questo profilo, come Macron in Francia. Indubbiamente, proprio la vittoria di quest’ultimo – che sembra accingersi, per la prima volta nella storia del paese, a guidare la Francia non evocando la grandeur nazionale, ma indicando nell’Europa il futuro, e difendendo un nuovo “sovranismo europeo” – è uno dei fattori determinanti a favore della possibilità del rilancio del progetto europeo.
In questo quadro si deve collocare la nuova fase della campagna del MFE, da coordinare a livello europeo con quella dell’UEF. Dal punto di vista generale, il compito dei federalisti è innanzitutto quello di evidenziare come, per imprimere una svolta all’Unione europea, sia necessario superare l’attuale assetto istituzionale in cui, nei settori chiave, è ancora determinante il sistema intergovernativo; e come quindi sia indispensabile preparare il terreno per una riforma dei Trattati.
I Trattati attualmente in vigore offrono, infatti, ancora margini di approfondimento dell’integrazione e di miglioramento della governance, in molti settori. Ma non consentono di trasferire potrei reali a livello europeo, insieme alle relative risorse e agli strumenti politici necessari, mantenendo così la capacità di governo esclusivamente a livello nazionale. Solo attraverso la creazione di un genuino potere di governo sovranazionale a livello europeo, grazie alla possibilità di contare su risorse proprie e di poter attuare direttamente le politiche europee, rispondendo al tempo stesso ai cittadini del proprio operato, si può trasformare l’Europa in un sistema politico efficace e democratico. La campagna deve quindi porsi l’obiettivo di (contribuire a) creare le condizioni politiche perché, entro le prossime elezioni europee, maturi la possibilità di aprire una fase di rinnovamento degli assetti istituzionali europei.
Il primo nodo da affrontare è quello che i governi più avanzati trovino l’accordo sul completamento dell’Unione monetaria, attraverso la creazione dell’unione economica e fiscale e politica, nella prospettiva di dotare l’Eurozona di istituzioni genuinamente federali.
In questa ottica, i federalisti devono saper sviluppare una campagna per agire ai vari livelli su tutte le forze europeiste – da quelle politiche all’associazionismo. I primi appuntamenti dovranno già essere preparati in autunno.
Per iniziare ad impostare il lavoro del Movimento – anche in vista della partecipazione a manifestazioni organizzate da forze europeiste, in modo da essere presenti con la chiarezza delle nostre posizioni – l’MFE ha predisposto il testo di un Manifesto “Per un’Europa federale”.
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