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ELEZIONI POLITICHE 2022: PROGRAMMA DEL TERZO POLO

“Durante la pandemia, l’Unione europea ha usato tutte le competenze a sua disposizione per proteggerci. …. Con una svolta in senso federale delle sue Istituzioni, l’Ue può̀ fare ancora di più̀. Occorre riaprire il cantiere delle riforme dei Trattati, recuperare lo spirito che animò Altiero Spinelli nel 1984 per dare maggiore capacità fiscale, per finanziare programmi di diretta competenza della Commissione, così che la Commissione non abbia come unico ruolo quello del “guardiano” che controlla i bilanci degli Stati membri; per finalizzare l’Unione economica e monetaria e in particolare l’Unione bancaria, con la creazione di un safe asset europeo che metta al riparo la tenuta dell’area euro dagli eccessivi spread.

L’Unione europea si trova di fronte a scelte radicali, che impongono una revisione profonda e coraggiosa della sua identità̀, nel senso di un’attenuazione del suo ruolo, divenendo poco più̀ di un accordo di cooperazione regionale, oppure nel senso di un suo rilancio, perché́ essa possa costituire un soggetto in grado di gestire le sfide (specie economiche, ma anche di sicurezza e difesa) internazionali. Noi siamo per la seconda”. 

Per questo il terzo Polo sostiene:

- l’abolizione dell’unanimità̀ nel processo decisionale e la riforma del processo democratico, inclusa l’introduzione di liste transnazionali per permettere ai cittadini di votare direttamente per i partiti europei, e l’attribuzione di un diritto di iniziativa legislativa al Parlamento europeo;

- l’adozione di una politica estera comune per far emergere l’UE  come nuova superpotenza a livello globale; un partenariato con l’Africa in grado di favorire lo sviluppo e la crescita del continente africano in maniera democratica e sostenibile; il superamento delle regole di Dublino e una politica basata su gestione comune delle frontiere, forte solidarietà̀ operativa e finanziaria europea per i paesi con frontiere esterne e più̀ efficace politica di rimpatri usando anche visti e leva economica; rafforzamento degli strumenti per il contrasto al dilagare della disinformazione e ai ripetuti tentativi da parte di potenze straniere di interferire nei nostri processi democratici. “Tuttavia, a dispetto della cruciale rilevanza delle questioni sopra ricordate, un accordo tra 27 paesi sulla politica estera non sembra al momento una strada percorribile. Proponiamo quindi di avviare una trattativa solamente con i paesi interessati e con i quali risulti possibile trovare un accordo”.

- un’Unione della sanità e dell’energia

- l’assunzione di un ruolo guida nella promozione di una digitalizzazione giusta e democratica e dello sviluppo delle nuove infrastrutture tecnologiche (Cloud, 5G, intelligenza artificiale)

- il completamento del processo di riconoscimento dei titoli di studio nell’Unione

 

  


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