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Le elezioni europee dell’8-9 giugno sono di straordinaria importanza per l'Unione europea e i suoi cittadini. In gioco c'è la direzione da dare al processo di unificazione, e quindi il nostro futuro.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di agire uniti: di fronte al ritorno delle potenze imperiali e della guerra sul nostro continente, alla transizione digitale e alle problematiche legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e al cambiamento climatico, ai grandi flussi migratori e alle crescenti disuguaglianze e tensioni sociali, non abbiamo altra possibilità se non governare insieme queste sfide complesse e pericolose.

In questo quadro, alcune forze politiche indicano nell'Europa la causa dei nostri problemi e ne chiedono lo smantellamento, per lasciare gli Stati più liberi di combattersi maggiormente tra loro e di contrapporsi l'uno all'altro sulla base del tentativo di affermare i propri interessi nazionali. Saremmo più forti in questo modo e in grado di superare le sfide che ci attendono? In realtà, già oggi sperimentiamo un’Europa confederale e intergovernativa, e vediamo che non permette né di far emergere né, tantomeno, di perseguire l’interesse comune.

La realtà è che è arrivato il momento di fare il passaggio all’Europa politica, per poter agire uniti con efficacia.
Servono alcune riforme cruciali dell’Unione europea - che riguardano il sistema decisionale, il bilancio, il trasferimento di alcune competenze, i poteri del Parlamento europeo, il ruolo e la formazione della Commissione europea - e le famiglie politiche pro-europee (Popolari, Liberali, Verdi, Socialisti, Sinistra) nel Parlamento europeo uscente hanno approvato un progetto di modifica dei Trattati proprio per dotare l’Unione europea degli strumenti politici e dei controlli democratici adeguati. Sono proposte in linea con le richieste dei cittadini espresse durante la Conferenza sul futuro dell'Europa e che sono state inserite anche nei loro manifesti elettorali, dove sostengono la riforma dei Trattati.

Come federalisti vogliamo ricordare ai cittadini di andare a votare l’8 e il 9 giugno per difendere queste proposte e contribuire con il loro voto a costruire un’Europa più vicina ai cittadini, più capace di agire e di garantire un futuro di pace, libertà, democrazia, giustizia.

  


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