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La legislatura iniziata con l’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega nel Governo Conte I - e poi evoluta fino a portare l’Italia in posizione di massima autorevolezza in Europa e nel consesso internazionale grazie alla guida di Mario Draghi a capo di un governo di unità nazionale - termina drammaticamente per mano principalmente di queste due forze politiche. Il cerchio del disegno populista, nazionalista, anti europeo e anti occidentale si chiude e minaccia di mettere in ginocchio l’Italia e l’Europa.

La giornata di ieri al Senato della Repubblica verrà ricordata come una delle pagine più vergognose della nostra storia. Mentre nei giorni scorsi il Paese si è mobilitato, a tutti i livelli, come non era mai accaduto, per chiedere che Draghi potesse continuare a guidare il governo, lo spettacolo andato in scena per tutto il giorno a Palazzo Madama ha dimostrato lo scollamento di gran parte degli eletti dal sentire dei cittadini, e ancor di più la loro totale autoreferenzialità e incapacità di esercitare in modo responsabile il loro mandato. Tra chi è intervenuto c’era chi rappresentava se stesso e chi forze politiche preoccupate di posizionarsi in vista della campagna elettorale che ritenevano fosse nel loro interesse aprire; tutti erano accomunati dai toni offensivi, dall’arroganza, spesso dalla distorsione della realtà e sempre dall’irresponsabilità e dall’incoerenza. E’ stato terribile vedere così tanti parlamentari umiliare un uomo delle istituzioni con le capacità e il prestigio di Draghi e cercare di distruggere un Presidente del Consiglio che stava dando una speranza all’Italia e che portava avanti una complessa agenda giocata sul fronte interno, su quello europeo e su quello atlantico per creare le condizioni per superare le drammatiche difficoltà del presente e costruire un futuro solido.

Ora il futuro solido si allontana e le difficoltà del presente ci aggrediranno con durezza, trovandoci del tutto indifesi. Con la fine del governo Draghi non solo saltano tutta una serie di provvedimenti economici e sociali e sono a rischio i fondi europei per il PNRR, ma le riforme europee che Draghi stava perseguendo, per la governance finanziaria ed economica e per rafforzare la capacità politica e militare dell’UE, ci vedranno non più protagonisti, ma addirittura in posizione di problema e di rischio per la coesione europea. L’Italia che cade sotto i colpi del populismo invece di partecipare alla costruzione della solidarietà e dell’unità europee alimenta l’ala rigorista e i governi più nazionalisti. Per il Paese, è davvero la tempesta perfetta.

Di tutto questo gli Italiani si devono ricordare nelle prossime settimane, di qui al voto. Oggi la fiducia posta da Draghi in Senato ha ricevuto 95 voti a favore. 95 voti che corrispondono a chi in Aula ha saputo esprimere la responsabilità e il senso della politica, dimostrando di avere ben chiara la posta in gioco per l’Italia, per l’Europa e per le democrazie occidentali con questa crisi. La dimensione non solo nazionale, ma ancor più globale della posta in gioco dovrà riuscire ad emergere, e farsi sentire tra la demagogia, le false informazioni, la distorsione dei fatti. Europa e posizionamento internazionale, in primis nei confronti dell’aggressione della Russia all’Ucraina, saranno i punti centrali. Speriamo che l’informazione lavori con responsabilità, che le forze vive del Paese che si sono mobilitate in questi giorni facciano sentire la loro voce.

Noi federalisti lo faremo, cercando di impedire che il populismo distrugga definitivamente l’occasione migliore che potessimo avere per garantire un futuro degno di questo nome alle nuove generazioni.

Pavia-Firenze 21 luglio 2022

 

 

  


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