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Il MFE, insieme all’UEF, sostiene convintamente il rapporto sulla modifica dei trattati presentato oggi alla Commissione Affari Istituzionali del Parlamento europeo dai cinque relatori
Guy Verhofstadt (RE), Sven Simon (PPE), Gabriele Bischoff (S&D), Daniel Freund (Verdi/EFA) e Helmut Scholz (Sinistra)
Il rapporto segue le raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell'Europa e propone un'Unione europea più efficiente, democratica e ambiziosa.

 

Dopo molti mesi di lavoro che hanno coinvolto tutte le Commissioni del Parlamento europeo, i cinque relatori del progetto di Rapporto per la modifica dei Trattati (tutti membri del Board del Gruppo Spinelli) hanno presentato oggi in Commissione Affari istituzionali del Parlamento europeo (AFCO) i risultati del loro lavoro e hanno aperto il dibattito in vista del voto in plenaria previsto per il 9 novembre.

"Questo è un grande momento per la democrazia europea", ha commentato Domènec Ruiz Devesa, Presidente dell'UEF: "Un'Europa più capace di affrontare le sfide di domani, più democratica e legittima, più efficiente: questo è ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento, e questo è l'obiettivo della relazione".

La relazione propone di modificare più di 100 articoli degli attuali Trattati e di creare un nuovo equilibrio istituzionale tra le istituzioni dell'UE, rafforzando il PE, la stessa Commissione e trasformando il Consiglio in una sorta di Senato federale; attribuisce molte competenze all'Unione Europea, sulla base del principio di sussidiarietà (e infatti cresce anche il ruolo delle Regioni); e rafforza il ruolo della Corte di Giustizia Europea per vigilare sul rispetto dello Stato di diritto negli Stati membri.

In questo modo, come ha sottolineato Guy Verhofstadt, si supera davvero il blocco dell'unanimità, creando i meccanismi decisionali che consentono all'UE di agire in modo efficace ma anche democratico.

Il MFE che, insieme all’UEF, si è battuto per far emergere durante la Conferenza sul futuro dell'Europa queste proposte fondamentali nel dibattito con i cittadini, e che ha sostenuto la stesura del rapporto contribuendo con diversi documenti sulle riforme cruciali, accoglie con entusiasmo l'avvio di questo processo, che mira a lanciare una Convenzione per aprire la riforma dei Trattati.

Come ha sottolineato Sandro Gozi, presidente del Gruppo Spinelli, "non è il momento di essere cauti, perché l'UE ha bisogno di questa riforma subito. E poiché il Consiglio e i governi non hanno mai avuto voglia di riformare i Trattati, il nostro compito ora è quello di spingerli a realizzarla".

"Ci impegneremo affinché la Presidenza spagnola invii la richiesta del PE sull'apertura della Convenzione già all'ultimo Consiglio europeo del 2023, in modo che l'avvio della Convenzione possa essere fissato già per l'inizio del 2025 con le nuove istituzioni elette", conclude Domènec Ruiz Devesa, "Noi federalisti siamo in prima linea in questa battaglia per il futuro dei cittadini europei".


Il contesto

Il rapporto presentato oggi fa seguito alla risoluzione del 9 giugno 2022 in cui i legislatori dell'UE hanno chiesto una forte riforma istituzionale. Una riforma dei testi costitutivi europei è necessaria per tradurre in legge le raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell'Europa (CoFoE).

La CoFoE è stato un importante esercizio democratico dell'UE, che ha riunito 400 cittadini europei per discutere di migliori politiche europee. Tutte le istituzioni europee si sono impegnate a tenere conto delle raccomandazioni della CoFoE, ma finora solo il Parlamento europeo ha intrapreso un'azione definitiva in tal senso. 

Pavia-Firenze, 14 settembre 2023

 

  


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