AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, On. Enrico Letta
AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI, On. Emma Bonino
AL MINISTRO PER LE POLITICHE EUROPEE, Enzo Moavero Milanesi
AL VICE MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI, On. Lapo Pistelli
Pavia 19 Maggio 2013
Signor Presidente, Signori Ministri
l’iniziativa europea del Presidente della Repubblica francese François Hollande, che prevede di creare un governo economico, un bilancio ad hoc e l’unione politica per l’Eurozona entro i prossimi due anni, mette innanzitutto la Germania e l’Italia, cioè i due paesi che hanno ribadito il loro attaccamento alla prospettiva di realizzare la federazione, di fronte alla responsabilità di raccogliere la sfida di orientare questa proposta francese in senso federale.
Innanzitutto non bisogna sottovalutare il gesto compiuto dalla Francia: se l’Eurozona non riesce a rinnovarsi in tempi brevi, rischiano di crollare non solo l’economia e la moneta, ma anche l’ordine politico e sociale nei nostri paesi. La portata strategica di questo gesto è paragonabile a quello compiuto negli anni Settanta dal Presidente Valéry Giscard d’Estaing, quando fu tolto il veto francese all’elezione diretta del Parlamento europeo, e a quello della fine degli anni Ottanta del Presidente François Mitterrand per promuovere insieme alla Germania la creazione della moneta europea.
Ciò detto, bisogna essere consapevoli del fatto che Parigi non ha cessato di pensare l’unione in termini ancora confederali, con un ruolo dominante dei governi. Ma resta il fatto che la caduta del veto francese all’unione politica apre un concreto spazio d’azione per raggiungere l’obiettivo dell’unione federale, attraverso la trasformazione della Commissione in un vero governo, del Consiglio dei Ministri in una Camera dei rappresentanti degli Stati, e del Parlamento europeo in una Camera dei rappresentanti del popolo. Un governo dell’unione economica e monetaria, infatti, è ormai impensabile se non si instaura un controllo democratico dei cittadini su di esso. E, a sua volta, il nodo della legittimità democratica non può essere sciolto senza far funzionare in modo differenziato il Parlamento europeo in materia di controllo del bilancio, della fiscalità e delle scelte economiche che riguardano l’Eurozona. Anche la creazione di un bilancio autonomo dell’Eurozona non può essere disgiunta dall’indicazione degli strumenti con cui reperire e governare le risorse fiscali necessarie al fine di poterlo utilizzare per promuovere le politiche per lo sviluppo e per l’occupazione.
È su questo terreno che l’Italia può inserirsi nel dialogo franco-tedesco e giocare un ruolo propositivo federalista nei prossimi vertici, rivendicando apertamente e con fermezza:
- l’istituzione di un bilancio autonomo dell’Eurozona finanziato con risorse proprie sia fiscali - come la tassa sulle transazioni finanziarie o la carbon tax -, che a debito - come l’emissione di eurobonds, per finanziare un piano europeo di sviluppo sostenibile, che avvii la costruzione di reti infrastrutturali europee, promuova le energie rinnovabili, investa in ricerca e istruzione, affronti il problema della disoccupazione in particolare quella giovanile;
- la possibilità per i parlamentari europei dell’Eurozona di votarlo e controllarlo;
- che la volontà espressa da Francia e Germania di procedere sulla strada dell’unione politica, venga sancita con la firma di un “patto pre-costituzionale” sottoscritto dai paesi dell’Eurozona, che contenga l’impegno di passare da un governo provvisorio ed intergovernativo, ad un governo democratico e federale della moneta, della fiscalità e dell’economia dell’Eurozona;
- la convocazione in tempi brevi di una Convenzione costituente europea con il mandato di elaborare la costituzione federale dell’unione federale e di stabilire le norme transitorie per regolare le relazioni ed il passaggio tra vecchie e nuove istituzioni europee
Da parte sua il MFE continuerà a fare quanto in suo potere per mobilitare l’opinione pubblica, i partiti politici ed i parlamentari nazionali ed europei per far sì che questi obiettivi vengano sostenuti e perseguiti. E che l’Italia contribuisca, insieme alla Francia ed alla Germania, a costruire nel breve periodo un’unione federale capace d’agire. Perché, per citare un passaggio dell’intervento del Presidente Hollande, fare l’unione politica entro i prossimi due anni “ce n'est plus une affaire de sensibilité politique, c'est une affaire d'urgence européenne, quels que soient les gouvernements qui seront en place”.
Con i sensi della più alta stima
Franco Spoltore
Segretaro Nazionale MFE