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Convenzione dei cittadini europei del Veneto

Il Centro regionale del MFE del Veneto, il Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell'Università di Padova e il Centro europeo di eccellenza Jean Monnet hanno organizzato la prima Convenzione dei cittadini europei del Veneto, in collaborazione con l'Ufficio di Milano del Parlamento europeo e l'Assessorato alle relazioni internazionali e ai diritti umani della Regione Veneto, con il patrocinio e il contributo dell'ESU di Padova e il patrocinio della Rappresentanza a Milano della Commissione europea, della Camera di commercio di Padova e della Provincia di Padova.

L'evento, dedicato all'Europa dopo Lisbona - il ruolo della società civile per la costruzione dei beni pubblici europei, si è tenuto sabato 24 aprile a Padova, presso l'aula magna della facoltà di Scienze politiche, alla presenza di circa 200 persone.

Sotto la presidenza del Segretario nazionale del MFE Giorgio Anselmi, il Direttore dell'ESU di Padova Giorgio Sbrissa ha portato i suoi saluti e Pier Virgilio Dastoli (Consigliere della Commissione europea) ha presentato l'iniziativa.

Sono quindi seguite le introduzioni su alcuni dei beni che l'Europa può e deve fornire ai propri cittadini:

  • diritti umani e sicurezza umana (a cura di Marco Mascia, Direttore Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli, e Antonio Papisca, dell'Università di Padova),
  • diritto alla democrazia partecipativa (a cura di Lucio Levi, Presidente del MFE),
  • diritto all'inclusione (a cura di Marco Ferrero, Vice-presidente ACLI Veneto),
  • diritto allo sviluppo sostenibile (a cura di Sergio Marelli, Segretario generale FOCSIV).

Il parlamentare europeo Antonio Cancian, l'on. Simonetta Rubinato e il sen. Giacomo Santini hanno aperto la serie degli interventi programmati, seguiti dai rappresentanti di molte delle organizzazioni che hanno dato la propria adesione alla Convenzione.

Nel pomeriggio, si sono dapprima riuniti quattro gruppi di lavoro, uno su ciascuno dei beni pubblici oggetto di discussione; infine l'assemblea plenaria ha approvato, con un voto contrario e cinque astensioni, un documento che riassume le istanze emerse nei lavori della Convenzione e che sarà inviato alla classe politica. Al termine della giornata, i convenuti hanno espresso l'auspicio che questa sia stata la prima di una serie di Convenzioni che si dovranno tenere sul territorio veneto con regolarità.

Un filmato relativo alla Convenzione, realizzato da Roberto Buttura, iscritto al MFE, è visibile all'indirizzo www.youtube.com/watch?v=iPItKrJ_KIo

Segue il documento finale approvato dalla Convenzione dei cittadini europei del Veneto, che vuol essere un contributo preparatorio alla Convenzione sui beni pubblici e i diritti collettivi che si svolgerà a Roma il 4 e 5 giugno.

 


 

Convenzione dei cittadini europei del Veneto
sui beni pubblici europei

 

Padova, sabato 24 aprile 2010 ore 10.00

Università degli Studi di Padova - Facoltà di Scienze politiche
Aula Magna, Via del Santo 26

 

 

 

L'Europa, le sue conquiste civili, il suo modello sociale, lo stesso ordinamento democratico non sono irreversibili. Gli sconvolgimenti finanziari che hanno colpito prima gli Stati Uniti e poi il resto del mondo,  travolgendo poi l'economia reale, ed il fallimento del vertice di Copenaghen sulla lotta contro i cambiamenti climatici  hanno messo drammaticamente in luce l'inconsistenza del sistema mondiale di garanzia e di cooperazione e la sua incapacità a dare risposte comuni a crisi comuni.

Il fenomeno della globalizzazione, che ha contrassegnato gli ultimi due decenni, ha sicuramente contribuito a far uscire una larga fascia dell'umanità da situazioni di povertà estrema, ma tale impetuoso processo è avvenuto senza regole ed ha comportato quindi, anche all'interno dell'Europa, gravissimi costi sociali ed ambientali nonché il diffondersi della crisi economico-finanziaria con il suo seguito di disoccupazione, precarizzazione, restrizione dei diritti dei lavoratori, povertà, sottosviluppo.

L'Europa deve affrontare, nella nuova fase della politica mondiale, due difficili sfide: da un lato riposizionare l'economia e lo sviluppo europeo nel nuovo assetto economico mondiale che sta emergendo con l'ingresso delle nuove potenze e dopo lo sconquasso della crisi economica e, dall'altro, dare attuazione al sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite e, contestualmente, riformare e democratizzare il sistema delle Nazioni Unite, nonché promuovere un reale processo di disarmo e di implemetazione delle politiche di sicurezza umana.

Questa fase della politica mondiale coincide in Europa con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona che impegna le istituzioni europee e gli Stati membri a garantire ai cittadini dell'Unione beni pubblici europei che assicurino la pace, la protezione dei diritti fondamentali, l'economia sociale di mercato ed il miglioramento delle condizioni di vita nel quadro di uno Stato di diritto. Il nuovo Trattato offre, qualora si manifesti una forte volontà politica, un quadro politico ed istituzionale sufficiente a creare nuovi beni pubblici europei e mondiali:

  • un'economia sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, realizzata con l'aumento del bilancio dell'Unione, attraverso un fisco europeo fondato su tasse ecologiche (come la carbon tax) e attraverso l'emissione di Union Bonds, per finanziare strutture materiali ed immateriali nonché programmi di ricerca, di formazione e di innovazione finalizzati a far uscire il nostro continente dalla grave crisi economica in atto;
  • una soluzione al disordine economico e monetario mondiale, determinato dall'impossibilità per il dollaro di continuare a fungere da cardine del sistema monetario e commerciale internazionale, unificando la presenza dell'Eurogruppo nelle istituzioni internazionali per promuovere un nuovo e stabile sistema monetario che conduca, in prospettiva, all'adozione di una moneta di riserva mondiale;
  • una cittadinanza europea fondata sul paradigma dei diritti umani internazionalmente riconosciuti nel segno dell'inclusione, e un dialogo civile permanente e strutturato che possa effettivamente ridurre il deficit democratico nell'UE incentivando il coinvolgimento dei cittadini nei processi di presa delle decisioni politiche;
  • una cooperazione strutturata nel campo della politica estera e della sicurezza per dare una reale possibilità all'Unione di essere ascoltata sul piano internazionale e di promuovere la pace e i diritti umani nel mondo.

Questi obiettivi, che il Trattato di Lisbona permette di porre sul piano dell'attualità politica, potranno essere raggiunti soltanto se l'Europa procederà speditamente verso un'unione federale che dia ai cittadini europei le istituzioni e gli strumenti di governo per portarli a compimento.

Solo uniti gli europei possono tornare ad essere protagonisti della politica mondiale, avere un'economia competitiva e dare una prospettiva di progresso alle nuove generazioni; solo uniti possono porsi alla testa del processo di riconversione ecologica del modello produttivo; solo uniti possono avviare una nuova era nei rapporti internazionali, proponendo alle altre regioni del mondo il modello di unificazione economica e politica dei popoli europei come garanzia di pace e di progresso civile e sociale. Solo uniti gli europei possono portare avanti una visione di ordine mondiale basato sulla centralità delle Nazioni Unite e su un sistema multilaterale efficace, sul diritto internazionale e sul disarmo. La strategia europea in materia di sicurezza va in questa direzione, valorizzando la vocazione naturale dell'Unione Europea ad esercitare il suo ruolo di attore civile globale usando le risorse di soft power di cui è ampiamente dotata.

Consapevoli che senza l'attivo coinvolgimento dei cittadini nonché dei movimenti e delle associazioni della società civile questi obiettivi potranno essere difficilmente raggiunti, noi cittadini europei del Veneto riuniti in questa Convenzione sfidiamo i governi a mettere davvero in atto le decisioni contenute nel Trattato di Lisbona e al tempo stesso rivendichiamo con forza la Federazione europea a partire dai  Paesi i cui cittadini credono in un'Europa unita.

Approvato con un voto contrario e cinque astensioni

  


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