Lunedì 11 febbraio 2013 si è costituito a Roma, su proposta delMovimento Federalista Europeo, il Comitato promotore italiano dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Per un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l’occupazione. Hanno aderitoCGIL, CISL, UIL, ARCI, ACLI-FAI, Legambiente, Libera-FLARE, European Alternatives, Movimento Europeo, AICCRE. Il Comitato, è aperto ad ulteriori adesioni che sono già state annunciate.
Il Segretario generale della CISL Raffaele Bonanni, ha fatto giungere questa comunicazione “mi scuso sinceramente per la mia assenza alla conferenza stampa dello scorso 11 Febbraio dovuta purtroppo a delle avverse ed impreviste condizioni meteorologiche che non mi hanno permesso di raggiungere la sede dell’incontro in tempo utile. Tuttavia, come testimoniato anche dal nostro rappresentante che ha preso parte all’evento, confermo l’interesse e sostegno della Cisl all’iniziativa in questione ribadendo la volontà di contribuire con tutti gli sforzi necessari ad una sua efficace realizzazione”.L’azione per promuovere l’ICE si sta sviluppando a livello europeo. Stanno nascendo analoghi comitati promotori in Grecia, Spagna, Belgio, Francia, Romania, Lussemburgo.
Le organizzazioni che hanno dato vita alla costituzione del Comitato italiano si sono impegnate a coinvolgere le loro reti europee per la raccolta delle firme.
Si sta costituendo una rete di città europee per promuovere l’iniziativa.
La CGIL, ha ricordato che nella sua Conferenza di programma il sindacato europeo ETUC/CES ha indicato obiettivi identici, a quelli esposti nell’ICE, obiettivi che figurano nella proposta di dar vita ad un “social compact” europeo.
Le organizzazioni promotrici dell’ICE hanno sottolineato l’importanza di questo un istituto di democrazia partecipativa, previsto dall’art 11 del Trattato di Lisbona che consente a un milione di cittadini, di almeno 7 Paesi dell’UE, di presentare alla Commissione europea una proposta di legge di iniziativa popolare europea. Si tratta di un importante strumento per “dar voce ai cittadini, ai milioni di cittadini che pagano il costo della crisi e soprattutto ai 25 milioni di disoccupati in Europa”. L’ICE ha infatti come obiettivo prioritario la costituzione di un fondo europeo per l’occupazione.
Né le politiche di austerità, è stato affermato, né le risorse dei bilanci nazionali sono sufficienti a rilanciare l’economia, che è integrata a livello europeo. Occorre quindi un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile, finanziato da risorse proprie da reperire attraverso la tassa sulle transazioni finanziarie e la Carbon tax sulle emissioni di CO2. Due tasse che contribuiranno a far imboccare all’Europa la strada verso un nuovo modello di sviluppo, ecologicamente e socialmente sostenibile, perché penalizzano chi inquina e chi specula e quindi aiutano le aziende virtuose. Il pregio e l’originalità di questa proposta sta dunque anche nell’indicazione concreta delle forme di finanziamento.
Tutte le Organizzazioni promotrici hanno concordato sui seguenti temi.
Nella proposta figura la parola “sviluppo” piuttosto che crescita perché non mira tanto all’aumento dei consumi quanto a migliorare la qualità della vita.
La crisi non è solo economica ma politica e necessita, per essere superata, di un governo europeo democratico e federale.
“Non si esce dalla crisi con le stesse ricette che a questa crisi hanno portato”.
“L’euroscetticismo dilagante si combatte non a parole ma con concrete iniziative per lo sviluppo”.
“Lottare contro le organizzazioni criminali presuppone uno sviluppo che dia speranza e coraggio alle fasce deboli della popolazione”.
E’ stato ricordato, alla luce delle recenti decisioni europee sul bilancio, che sarà importante la battaglia che il Parlamento Europeo si accinge a fare per contestare la decisione di ridurlo e che avrà bisogno del sostegno dei cittadini promotori dell’ICE la quale, non gravando sui contributi dei singoli Stati ma su risorse proprie, non contraddice la necessità di ridurre i disavanzi nazionali.
A proposito del reperimento delle risorse, è stato affermato, come questo sia il tema più difficile da affrontare e come occorra superare il sistema di voto all’unanimità, verso il voto a maggioranza.
Questo permetterebbe ai paesi che sono pronti di riprendere il processo di integrazione ipotizzando ad esempio un budget separato della zona Euro, anche se questo impone una modifica dei trattati ed una riforma istituzionale.
La conferenza stampa si è conclusa con l’impegno da parte delle organizzazioni promotrici per un’Europa democratica e federale e dotata della Costituzione.
Aderiscono al Comitato:
Il Comitato, è aperto ad ulteriori adesioni.
Link alle foto della conferenza stampa per la costituzione del Comitato:
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