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- Permanent Forun of Civil Society
- pressefederaliste.eu
- Puissance Europe
- Sauvons l'Europe
- UEF
- UEF Europe Group
- UEF Spain
- UIL
Iniziativa dei Cittadini Europei
NEW DEAL 4 EUROPE
PER UN PIANO EUROPEO STRAORDINARIO
PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE E L'OCCUPAZIONE
In inglese (depositato presso la Commissione Europea)
“A New Deal for Europe” è la newsletter della Campagna dell’Iniziativa dei Cittadini Europei che punta a raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 Paesi UE per chiedere alla Commissione “un Piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione”. La Campagna nasce su iniziativa del MFE e sono stati costituiti finora 7 Comitati in Belgio, Rep. Ceca, Francia, Grecia, Italia, Lussemburgo e Spagna.
La Newsletter è pubblicata in inglese, italiano e francese anche se sono previste edizioni in altre lingue. E’ collegata al sito www.newdeal4europe.eu e conterrà notizie sulla Campagna, come pure articoli sulla lotta politica europea.
E’ una grande sfida. Grazie ad essa possiamo veicolare in tutta l’Europa il nostro messaggio: come superare la politica dell’austerità, come avviare un diverso sviluppo economico. E far crescere, attraverso la Campagna, la partecipazione dei cittadini alla costruzione di un’Europa democratica e federale.
Download della newsletter in formato PDF:
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Il successo della campagna per l'ICE dipenderà anche dalla capacità di veicolare intelligentemente il messaggio dell’ICE attraverso i social networks, così come di diffondere la Newsletter.
Per contattare i gruppi locali e per diventare attivo nella tua città/Stato, scrivi a
Newsletter Team
Riferimento: Antonio Longo, email
Website & Social Network Team
Riferimento: Nicola Vallinoto, email:
Translators' Team
Riferimento: Roberta Carbone, email:
Mercoledì 17 aprile 201, su iniziativa della sezione belga dell'UEF, si è costituito il comitato promotore belga dell'ICE Per un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l'occupazione.La riunione è stata introdotta dal presidente dell'UEF Belgio Michele Ciavarini Azzi, che ha illustrato le ragioni per cui l'UEF Belgio ha deciso di proporre e sostenere questa iniziativa.
La coordinatrice della rete europea dell'ICE, Roberta Carbone, ha presentato i contenuti della proposta e le iniziative che è necessario intraprendere per conseguire il successo dell'Iniziativa. Ha sottolineato l'importanza dell'ICE, come strumento di democrazia partecipativa, e l'urgenza di lanciare a livello europeo un Piano per lo sviluppo e l'occupazione (a fronte dei dati allarmanti sulla crescente disoccupazione nei paesi europei), che rilanci l'economia europea e crei nuova occupazione, soprattutto per i giovani.
E' stato presentato un quadro circa la costituzione dei comitati promotori nel resto d'Europa sottolineando che molti comitati sono già stati costituiti e si stanno costituendo.
E' stato ricordato il messaggio di sostegno inviato dal Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz che può essere letto sul blog http://eci-sviluppoeoccupazioneineuropa.blogspot.it/
Virgilio Dastoli, Presidente del Forum permanente della società civile europea, ha sottolineato l'opportunità rappresentata dallo strumento dell'ICE, prevista dal Trattato di Lisbona. Una sfida sia per le Istituzioni europee sia per la società civile. Grazie all'ICE, ha affermato, i cittadini possono finalmente diventare protagonisti attivi del processo decisionale europeo.
Catherine Vieilledent, Segretario generale del Gruppo Europa dell'UEF, ha ribadito l'importanza dello strumento ICE e ha annunciato l'adesione e il sostegno al comitato promotore belga del Groupe Europe e l'impegno a contribuire al successo dell'Iniziativa.
Nella terza parte della riunione sono intervenuti i rappresentanti delle Associazioni e delle Organizzazioni inviate.
Al dibattito è seguita la costituzione del comitato promotore belga dell'ICE Per un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l'occupazione.
HANNO ADERITO Il Forum permanente della società civile europea, l'Associazione Palombella, l'UEF Belgio, il Groupe Europe UEF, Il Vicepresidente di U4U Vlassios Sfyroeras, il Presidente del Club di Roma UE Chapter Marc Dubrulle.
Sono state raccolte molte adesioni individuali dei presenti alla riunione.
Il Comitato belga è nato sulla base del seguente documento costitutivo ed è aperto a successive adesioni.
European Citizens' Initiative (ECI)
in favour of a
European Special Plan for Sustainable Development and for Employment
The political, economic and social civil society organisations
well aware
that from the severe world crisis hitting Europe we cannot get out with austerity measures only, which - in the absence of adequate policies for growth - are bound to produce recession and undermine the competitiveness of the European economy;
that the European Union must promote a Plan for an ecologically and socially sustainable development, financed by European taxes on financial transactions and on CO2 emissions, and by euro project-bonds to relaunch growth and employment;
pledge
to mobilize their forces and their national and European networks, in order to orient public opinion and public authorities towards the objective of the implementation of a European Special Plan for Sustainable Development and for Employment, notably with the launch of a European Citizens' Initiative (ECI), the instrument of participative democracy provided by the Lisbon Treaty (Art. 11.4, TEU).
The Belgian Committee for a European Special Plan for Sustainable Development and for Employment is established with these aims and with these commitments.
Sabato 16 marzo 2013 si è costituito a Lione il Comitato promotore Francese dell'ICE Per un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l'occupazione, nel corso della 1^ Convenzione dei Federalisti Francesi (La Fédération, c'est la démocratie!) tenutasi in una Sala del Palazzo Comunale, sotto l'Alto Patrocinio del Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, alla presenza del Sindaco di Lione, Senatore Gérard Collomb e con una partecipazione di un centinaio di persone.
Dopo i saluti introduttivi di Jean-Guy Giraud (Presidente UEF France) e di Carlo-Maria Palerno (membro del bureau della JEF) e dello stesso Sindaco di Lione, la Convenzione si è articolata in tre Sessioni, la prima dedicata alle Témoignages di Europei che vivono in Paesi federali (con interventi di Friedhelm Frischenschlager, Francine John Calame e Christian Wenning), la seconda Vers un pacte sociale (con interventi di Pierre-Jean Coulon, Antonio Longo e Claude Fischer), la terza Le saut fédéral ou la démocratie par les urnes con interventi di Andrew Duff, Piervirgilio Dastoli e André Gattolin).
A margine della Convenzione si è svolto un importante lavoro politico volto ad arrivare alla costituzione di un Comitato francese promotore dell'ICE, a conclusione degli incontri e dei rapporti che erano stati sviluppati nei mesi precedenti con gli amici francesi. Si è così deciso, dopo un primo incontro preliminare, di procedere rapidamente verso la costituzione di un 'comitato promotore', cosa che è avvenuta nella pausa pranzo in una delle sale del Palazzo comunale ed alla quale hanno partecipato una quindicina di persone tra militanti e dirigenti UEF ed associazioni tra le quali una rappresentante delle ACLI-FAI, oltre a Antonio Longo (coordinatore dei lavori), Virgilio Dastoli (CIME) e Carlo Maria Palermo.
Con la costituzione del Comitato francese (che sta già rapidamente allargando il fronte delle adesioni) è stato così fatto un altro, importante, passo in avanti verso il raggiungimento dell'obiettivo di 7 comitati nazionali (attualmente: Grecia, Italia e Francia).
Di seguito il documento costitutivo del Comitato francese per l'ICE.
Comité promoteur français pour une Initiative des citoyens européens (ICE) en faveur d'un plan européen extraordinaire de développement durable et pour l'emploi
Réunis en marge de la « Convention des fédéralistes européens » à Lyon, le 16 mars 2013, les soussignés représentant leurs associations et/ou organismes, s'engagent à soutenir et à relayer l'ICE « pour un plan européen extraordinaire de développement durable et pour l'emploi » initiée par le Movimento federalista europeo.
Le Comité constitué se donne pour tâche de rassembler les organisations partenaires citoyennes, associatives, syndicales et politiques françaises.
Il fera prochainement un point d'étape ; éventuellement, en marge des « Assises du fédéralisme » organisées à Paris le 8 juin prochain, par le Mouvement Européen France, les Jeunes Européens France et d'autres partenaires.
Participants :
Barthalay Bernard - Association Puissance Europe-Weltmacht Europa -
Brasseur-Delcourt Géry - UEF 59 / 62 -
Coutin François - UEF Rhône-Alpes -
Crolop Annie - UEF 59/ 62 -
Doucet Philippe - UEF 59 / 62 -
Lagier Yves - UEF Franche-Comté -
Mathieu Jean-Baptiste - UEF Alsace -
Mennerat François - Union des Fédéralistes Européens (UEF France,Vice-président) -
Méroc Jean-Fabien - Europe Avenir -
Prevel Jean-Luc - Presse Fédéraliste -
Richard Jean-François - UEF Rhône-Alpes -
Scarpa Egle - ACLI France -
Truchet Jean-Paul - UEF Rhône-Alpes -
Excusés ayant adhéré au Comité :
Jean-Francis Billion - Presse Fédéraliste (Président) et UEF France (VP)
Alain Réguillon - UEF France (Secrétaire fédéral) -
Dominique Thaury - UEF France (Trésorier) -
Antonio Longo - MFE -
Lyon, le 16 mars 2013
Les secrétaires de séance :
Géry BRASSEUR-DELCOURT Jean-Luc PREVEL
Lunedì 11 febbraio 2013 si è costituito a Roma, su proposta delMovimento Federalista Europeo, il Comitato promotore italiano dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Per un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l’occupazione. Hanno aderitoCGIL, CISL, UIL, ARCI, ACLI-FAI, Legambiente, Libera-FLARE, European Alternatives, Movimento Europeo, AICCRE. Il Comitato, è aperto ad ulteriori adesioni che sono già state annunciate.
Il Segretario generale della CISL Raffaele Bonanni, ha fatto giungere questa comunicazione “mi scuso sinceramente per la mia assenza alla conferenza stampa dello scorso 11 Febbraio dovuta purtroppo a delle avverse ed impreviste condizioni meteorologiche che non mi hanno permesso di raggiungere la sede dell’incontro in tempo utile. Tuttavia, come testimoniato anche dal nostro rappresentante che ha preso parte all’evento, confermo l’interesse e sostegno della Cisl all’iniziativa in questione ribadendo la volontà di contribuire con tutti gli sforzi necessari ad una sua efficace realizzazione”.L’azione per promuovere l’ICE si sta sviluppando a livello europeo. Stanno nascendo analoghi comitati promotori in Grecia, Spagna, Belgio, Francia, Romania, Lussemburgo.
Le organizzazioni che hanno dato vita alla costituzione del Comitato italiano si sono impegnate a coinvolgere le loro reti europee per la raccolta delle firme.
Si sta costituendo una rete di città europee per promuovere l’iniziativa.
La CGIL, ha ricordato che nella sua Conferenza di programma il sindacato europeo ETUC/CES ha indicato obiettivi identici, a quelli esposti nell’ICE, obiettivi che figurano nella proposta di dar vita ad un “social compact” europeo.
Le organizzazioni promotrici dell’ICE hanno sottolineato l’importanza di questo un istituto di democrazia partecipativa, previsto dall’art 11 del Trattato di Lisbona che consente a un milione di cittadini, di almeno 7 Paesi dell’UE, di presentare alla Commissione europea una proposta di legge di iniziativa popolare europea. Si tratta di un importante strumento per “dar voce ai cittadini, ai milioni di cittadini che pagano il costo della crisi e soprattutto ai 25 milioni di disoccupati in Europa”. L’ICE ha infatti come obiettivo prioritario la costituzione di un fondo europeo per l’occupazione.
Né le politiche di austerità, è stato affermato, né le risorse dei bilanci nazionali sono sufficienti a rilanciare l’economia, che è integrata a livello europeo. Occorre quindi un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile, finanziato da risorse proprie da reperire attraverso la tassa sulle transazioni finanziarie e la Carbon tax sulle emissioni di CO2. Due tasse che contribuiranno a far imboccare all’Europa la strada verso un nuovo modello di sviluppo, ecologicamente e socialmente sostenibile, perché penalizzano chi inquina e chi specula e quindi aiutano le aziende virtuose. Il pregio e l’originalità di questa proposta sta dunque anche nell’indicazione concreta delle forme di finanziamento.
Tutte le Organizzazioni promotrici hanno concordato sui seguenti temi.
Nella proposta figura la parola “sviluppo” piuttosto che crescita perché non mira tanto all’aumento dei consumi quanto a migliorare la qualità della vita.
La crisi non è solo economica ma politica e necessita, per essere superata, di un governo europeo democratico e federale.
“Non si esce dalla crisi con le stesse ricette che a questa crisi hanno portato”.
“L’euroscetticismo dilagante si combatte non a parole ma con concrete iniziative per lo sviluppo”.
“Lottare contro le organizzazioni criminali presuppone uno sviluppo che dia speranza e coraggio alle fasce deboli della popolazione”.
E’ stato ricordato, alla luce delle recenti decisioni europee sul bilancio, che sarà importante la battaglia che il Parlamento Europeo si accinge a fare per contestare la decisione di ridurlo e che avrà bisogno del sostegno dei cittadini promotori dell’ICE la quale, non gravando sui contributi dei singoli Stati ma su risorse proprie, non contraddice la necessità di ridurre i disavanzi nazionali.
A proposito del reperimento delle risorse, è stato affermato, come questo sia il tema più difficile da affrontare e come occorra superare il sistema di voto all’unanimità, verso il voto a maggioranza.
Questo permetterebbe ai paesi che sono pronti di riprendere il processo di integrazione ipotizzando ad esempio un budget separato della zona Euro, anche se questo impone una modifica dei trattati ed una riforma istituzionale.
La conferenza stampa si è conclusa con l’impegno da parte delle organizzazioni promotrici per un’Europa democratica e federale e dotata della Costituzione.
Aderiscono al Comitato:
Il Comitato, è aperto ad ulteriori adesioni.
Link alle foto della conferenza stampa per la costituzione del Comitato:
http://www.flickr.com/photos/13121571@N05/8465098090/in/photostream
Per il MFE ha partecipato il Presidente Lucio Levi. Per l’AICCRE, il Segretario piemontese Alfonso Sabatino. Erano presenti Grazia Borgna, Direttore del Centro Einstein di Studi Internazionali (CESI) e Olga Vedovato, membro del Direttivo della sezione MFE di Torino.L’iniziativa del 28 novembre era indirizzata a far conoscere i federalisti e le loro proposte politiche ai mass media, ai principali partiti politici, al mondo della cultura e ai giovani. A questa manifestazione farà seguito la costituzione del Comitato greco promotore dell’ICE Per un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e la richiesta ai parlamentari europei greci di sottoscrivere la dichiarazione di impegno per un rilancio costituente europeo.
L’iniziativa si è articolata su tre principali eventi.
Nel primo pomeriggio è stato organizzato un incontro, nella sede del Parlamento, con i parlamentari dei due principali partiti politici greci: Akis Gerontopoulos per Néa Dimokratia e Dimitrios Papadimoulis per Syriza, entrambi, membri della Commissione degli affari europei.Al mattino ha avuto luogo la conferenza stampa presieduta da Athanasios Papandropoulos, Presidente dell’Associazione dei giornalisti europei alla quale è seguito un ampio dibattito.
Nel tardo pomeriggio ha avuto luogo, nella sede del New York College, la tavola rotonda sul tema “Per un Piano europeo di sviluppo sostenibile. Per la Federazione europea”. Il pubblico era rappresentato dai federalisti, da esponenti del mondo politico e culturale greco e da un centinaio circa di studenti universitari.
L’argomento è stato introdotto per il MFE da Lucio Levi e per l’AICCRE da Alfonso Sabatino. Ha coordinato il dibattito Athanasios Papandropoulos, Presidente dell’Associazione dei giornalisti europei. Sono intervenuti Andreas Andrianpopoulos, ex deputato del Parlamento greco e ex ministro già Sindaco del Pireo e Athanasios Diamandopoulos dell’Università di Atene docente di Relazioni internazionali.
Con questa manifestazione il gruppo di federalisti greci si è rafforzato e ha stabilito o consolidato utili contatti per l’azione futura.
Il comitato greco è stato infine creato il 22 gennaio 2013.
di Alfonso Iozzo
In un quadro mondiale in profonda evoluzione, caratterizzato dalla partecipazione di masse crescenti allo sviluppo, che richiede un uso razionale ed efficiente delle risorse naturali (alimentari, energetiche) l’Europa deve attuare una politica di stretto controllo delle risorse trasformando il suo sistema economico e produttivo in modo equo e sostenibile.
Le scelte di fondo dell’Europa sono orientate nella giusta direzione, dai fini indicati nel Trattato di Lisbona sino alle decisioni del Consiglio Europeo per il 2020. La stretta via del rigore di bilancio (sia per gli stati che per gli individui) e dello sviluppo sostenibile è percorribile solo con uno sforzo comune europeo. Lo sviluppo può essere ripreso solo con investimenti che rendano competitive le imprese europee, riducendo i consumi ed il costo dell’energia e delle materie prime, utilizzando appieno le tecnologie dell’informazione, valorizzando e diffondendo la società della conoscenza, riequilibrando il potere di acquisto.
Il progressivo aumento del reddito pro capite dei cittadini delle economie emergenti apre enormi possibilità all’Europa di esportare beni e servizi di qualità. Senza la chiara indicazione che è possibile avviarsi verso una nuova e diversa fase dello sviluppo si perderà l’occasione di inserire con successo l’economia europea nel nuovo ciclo mondiale.
La capacità di produrre beni industriali con alta componente tecnologica, servizi avanzati, beni culturali è già diffusa in molte settori ed aree dell’economia europea ma solo se inserita in una scelta strategica può diffondersi, ampliarsi, migliorarsi.
Con il mercato comune prima e con il mercato unico successivamente l’Europa ha avviato lunghi cicli espansivi. Ora è necessaria una scelta analoga diretta ad inserire pienamente l’Europa nella nuova economia mondiale. Le proposte circolate in questa difficile fase dell’economia
europea sono spesso indirizzate nella giusta direzione ma limitandole ai singoli quadri nazionali ne compromettono la realizzabilità, l’efficacia, l’economicità.
Analogamente al programma del Mercato unico del 1992 che voleva affrontare il costo della non Europa, anche adesso le soluzioni proposte sono limitate dal costo che deve essere sopportato per la “non Europa”. L’esempio più rilevante è dato dagli investimenti in ricerca – specialmente nel campo della nuova energia – per comprendere come piani unicamente nazionali e non integrati a livello europeo siano un immane spreco di risorse, non più consentito dalla necessaria politica di rigore che deve orientare i bilanci pubblici e le stesse imprese private.
E’ indispensabile il varo di un “piano europeo” limitato ma decisivo per indicare la direzione di marcia a tutti gli operatori economici e sociali europei. E’ responsabilità primaria della Commissione Europea proporre le misure necessarie al Parlamento ed al Consiglio Europeo e presentarle ai cittadini, alle forze politiche, economiche e sociali europee.
Il piano deve coinvolgere anche le relazioni con le aree più strettamente correlate con l’Unione, per la loro prossimità geografica, in particolare i paesi del mediterraneo che hanno avviato una profonda evoluzione politica, economica e sociale.
Il piano di investimenti proposto a suo tempo con grande lungimiranza dal Presidente Delors deve essere oggi riproposto e finalizzato a creare le necessarie condizioni di competitività, sostenibilità, coerenza sociale per il rilancio europeo.
Spetta alla Commissione indicare i progetti da sostenere, garantirne la fattibilità, assicurarne la gestione rigorosa e trasparente. Il bilancio europeo dovrebbe, a termine, essere finanziato esclusivamente da risorse proprie e la “carbon tax”, quella sulle transazioni finanziarie, la nuova IVA europea ne dovrebbero essere le componenti essenziali. Le proposte già avanzate dalla Commissione in materia di carbon tax e di tassa sulle transazioni finanziarie costituiscono elementi essenziali del “piano” e la loro adozione può garantirne il finanziamento.
La carbon tax può inoltre spingere il sistema economico verso scelte di sostenibilità ed è compatibile con misure transitorie dirette a far gravare la tassa anche sui prodotti importati da aree che non abbiano ancora adottato misure analoghe.
La tassa sulle transazioni finanziarie può essere utilizzata per rendere socialmente sostenibile la transizione del sistema economico rifinanziando in modo significativo il Fondo per l’adeguamento alla globalizzazione, ridefinendo i compiti dello stesso e spostare almeno in parte il carico fiscale dal lavoro non qualificato e precario alla rendita finanziaria.
Il varo del “Piano” , con le sue misure di fiscalità comune europea, dovrebbe essere accompagnato da una riduzione delle spese ora previste a livello degli stati membri nei settori di intervento comune.
Al fine di assicurare la massima trasparenza ed efficienza nell’uso delle risorse è necessario prevedere in tutti i casi ove sia possibile e certamente nel campo delle ricerche di nuove fonti energetiche l’attivazione di programmi specifici e se del caso di agenzie responsabili nell’uso dei fondi.
Poiché l’obiettivo principale del “Piano” è il rilancio degli investimenti occorre prevedere interventi finanziariamente significativi – anche se ad erogazione differita – attivando l’emissione di euro project bond, coinvolgendo la BEI nella istruttoria e gestione degli interventi, da effettuare attraverso un “Fondo Patrimoniale” che mantenga la proprietà degli investimenti effettuati, per la parte finanziata dal Piano al fine di disporre – con il reddito sia pure differito di tali investimenti – di risorse per le nuove generazioni.
Indicazioni quantitative
Con la tassa sulle transazioni finanziarie occorrerebbe reperire circa 30/40 miliardi di euro di risorse aggiuntive al bilancio europeo per consentire stanziamenti adeguati nel settore della ricerca e nel rifinanziamento del “fondo “ istituito dalla Commissione nel 2006 per far fronte alle difficoltà indotte dall’adeguamento del mercato del lavoro dalla globalizzazione. Il bilancio dell’Unione si attesterebbe così vicino alla soglia dell’1,27 % concordata a suo tempo tra gli stati membri.
Nei precedenti cicli espansivi l’Europa è riuscita a creare oltre 15 milioni di nuovi posti di lavoro. Il “Piano” dovrebbe consentire la creazione di almeno 20 milioni di nuovi posti di lavoro, considerato che dovrebbe rendere competitivo in particolare il settore dei servizi e dimezzare così l’attuale tasso di disoccupazione.
L'entità degli investimenti previsti dal “Piano” dovrebbe raggiungere almeno i 300/500 miliardi, da erogare nell’arco di tre/cinque anni. Per consentire l’emissione di “Euro project bond” o garanzie da parte dell’Unione occorrerebbe una “carbon tax” capace di produrre un gettito di almeno 50 miliardi annui per ripagare le emissioni. L’utilizzo della “carbon tax” per sostenere nella fase di avvio il piano di investimenti sarebbe pienamente giustificato dal fatto che la tassa stessa tenderà a diminuire man mano che l’economia europea – anche grazie al “Piano” proposto – utilizzerà fonti energetiche non generatrici di CO2.
Al termine del “Piano” l’Unione disporrebbe di un patrimonio la cui entità potrebbe raggiungere un valore almeno doppio dell’investimento, assicurando così alle nuove generazioni un adeguato sostegno come avviene per i giovani norvegesi grazie al “fondo pensioni” alimentato dalla rendita petrolifera: in questo caso sarebbe la rendita sulle nuove fonti di energia attivate dal “Piano” con gli investimenti e le spese di ricerca. In particolare il “Fondo Patrimoniale” potrebbe sostenere l’inserimento dei giovani europei con progetti di servizio civile per i ragazzi che al termine degli studi si affacciano al mondo del lavoro (basati anche sull'esperienza di“Erasmus”), di formazione per eliminare il precariato, di promozione di attività lavorative autonome, di sviluppo dell'imprenditorialità giovanile.
Attivazione parziale o integrale del “Piano” da parte di un gruppo di stati membri
Qualora si riscontrassero insuperabili difficoltà per la partecipazione di tutti gli stati occorrerebbe prevedere la possibilità procedere da parte di un gruppo di stati, attivando le norme sulle cooperazioni rafforzate, specialmente da parte dell’Eurogruppo e degli stati che vorranno associarsi, come già previsto nelle recenti proposte ”Euro Plus” presentate dal Governo tedesco sulla competitività.
Il Trattato di Lisbona, per la prima volta dalla firma dei Trattati di Roma, riconosce il diritto di iniziativa legislativa ai cittadini europei. L’art. 11.4 prevede, infatti, che un milione di cittadini europei di almeno sette paesi dell’Unione Europea possa presentare alla Commissione europea una proposta di atto legislativo ai fini dell’attuazione dei Trattati.
È giunto il momento di sfruttare questa opportunità e di sollecitare l’intervento dell’opinione pubblica europea. Uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione Europea secondo cui essa “si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente, è oggi il più disatteso ed il più urgente.
Il rilancio dello sviluppo deve fondarsi sugli investimenti e non sul sostegno ai consumi. Se lo sviluppo dovesse fondarsi sul rilancio dei consumi, il segnale che si darebbe al resto del mondo sarebbe quello del rilancio della contesa per risorse naturali scarse, con inevitabili ripercussioni sul tasso di inflazione e sulla stabilità dei tassi di cambio e quindi fonte di ulteriori tensioni sul piano economico e finanziario. La politica di sviluppo deve essere equa, sostenibile e tener conto di vincoli finanziari e reali. Essa deve quindi fondarsi esclusivamente su una politica di investimenti, perché si tratta di rafforzare la competitività del sistema economico europeo e la dotazione di capitale fisico, ambientale e di conoscenze che si deve lasciare in dotazione alle future generazioni.
E’ indispensabile il varo di un Piano europeo per indicare la direzione di marcia a tutti gli attori economici e sociali europei. E’ responsabilità primaria della Commissione Europea proporre le misure necessarie al Parlamento ed al Consiglio Europeo e presentarle all’opinione pubblica europea. Nei precedenti cicli espansivi l’Europa, pur in assenza di misure sovranazionali ma grazie alla nascita dell’euro, è riuscita a creare oltre 15 milioni di nuovi posti di lavoro. Oggi la creazione di nuova occupazione può solo essere l’esito di misure discrezionali europee. Il Piano europeo dovrebbe porsi l’obiettivo di creare almeno 20 milioni di nuovi posti di lavoro, come era nelle intenzioni di Jacques Delors, quando era Presidente della Commissione europea.
Il piano di investimenti dovrebbe raggiungere almeno i 300-500 miliardi, da erogare nell’arco di tre-cinque anni. Poiché l’obiettivo principale del Piano è il rilancio degli investimenti, occorre prevedere interventi finanziariamente significativi – anche se ad erogazione differita – attivando l’emissione di “euro-project bonds”, con il coinvolgimento della BEI nella istruttoria e gestione degli interventi. Questi ultimi dovrebbero essere effettuati attraverso un “Fondo Patrimoniale” che mantenga la proprietà degli investimenti realizzati, per la parte finanziata dal Piano al fine di disporre – con il reddito sia pure differito di tali investimenti – di risorse per le nuove generazioni.
Il Piano deve essere anche finanziariamente sostenibile. Per questo i federalisti propongono che gli investimenti debbano essere finanziati non solo con l’emissione di “euro-project bonds”, ma anche con risorse fiscali proprie, come la “carbon tax” e la tassa sulle transazioni finanziarie. Entrambe le fonti di finanziamento devono segnalare al resto del mondo che alla scarsità di risorse finanziarie si è ormai aggiunta la scarsità di risorse naturali e che la diseguaglianza tra individui e aree geografiche è fonte di nuove tensioni.
Il Piano deve poter essere attuato anche da parte di un gruppo limitato di stati membri.Qualora non fosse possibile ottenere il consenso di tutti gli stati,il Piano potrà essere promossoanche da un’avanguardia di stati, attivando le norme sulle cooperazioni rafforzate, specialmente da parte dell’Eurogruppo e degli stati che vorranno associarsi, come già previsto nelle recenti proposte ”Euro Plus” presentate dal Governo tedesco sulla competitività.
Per queste ragioni i federalisti europei hanno preso l’iniziativa di promuovere una campagna europea per esigere che la Commissione europea ed il Parlamento europeo presentino un Piano europeo per la piena occupazione e lo sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di accompagnare tale richiesta con la raccolta di almeno 1.000.000 di firme in non meno di sette paesi europei a partire dalla primavera 2012.