Dal 1992 – anno in cui è entrato in vigore il Trattato di Maastricht – i cittadini degli Stati membri dell’Unione europea sono automaticamente anche cittadini europei. Questo fatto, che si accompagna alla garanzia di libera circolazione nel territorio dell’Unione di persone e lavoro, oltre che merci e capitale, è uno dei tanti segni del fatto che gli Stati europei hanno imboccato una strada di unità profonda, che fa sì che gli interessi comuni siano il punto di riferimento prevalente, e che il cammino verso una sempre maggiore integrazione (come recitano i Trattati che abbiamo sottoscritto formalmente) costituisca il punto di riferimento della politica di ciascun paese.
I cosiddetti sovranisti in salsa nazionale ovviamente questa cosa non la vogliono, e allora fingono anche di dimenticare che esista, e colgono ogni occasione per farci vergognare di averli nelle nostre istituzioni a rappresentare il popolo italiano, un grande popolo fondatore dell’Europa unita.
Con la grancassa contro la nomina di Sandro Gozi a consigliere per gli Affari europei del Primo ministro francese e la richiesta di Fratelli di Italia e di Luigi Di Maio di revocare a Gozi la cittadinanza per questa ragione si è superato un ulteriore limite nel tentativo di smantellare lo stato di diritto in Italia e di distruggere il legame tra l’Italia e l’Unione europea. Del resto stato di diritto e Unione europea sono un binomio inscindibile, e se si è contro l’uno non si può non essere contro l’altra.
Sandro Gozi, però, già Sottosegretario con delega agli Affari europei nei governi Renzi e Gentiloni e oggi parlamentare europeo eletto nelle fila di Renaissance (il partito di Macron), accusato in maniera totalmente infondata di tradire il proprio paese, è stato chiamato dal governo francese ad occuparsi del processo di riforma dell’Unione europea, a partire dall’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa che la stessa Ursula von der Leyen ha promesso con la sua elezione, a partire già dall’inizio del 2020. Un ruolo prestigioso, a servizio dell’Europa, non di un singolo paese, ma di tutti i cittadini che hanno chiesto con il voto europeo più Europa, per essere protetti e per costruire un futuro migliore. Sarà una Conferenza dove ognuno potrà dire la sua e confrontarsi e contarsi. Proprio quello che non vogliono i nostri, che urlano dai social e dai loro giornali e non vanno alle riunioni europee a discutere le riforme, per poi poter accusare i partner e l’Unione europea di non fare nulla.
Certo, noi del Movimento federalista europeo per una volta siamo di parte nel giudicare la questione. Sandro Gozi è il presidente europeo dell’Unione dei federalisti europei (UEF) di cui siamo l’organizzazione italiana; e sappiamo bene che ha avuto quell’incarico per portare avanti le idee del federalismo europeo e riformare l’Unione europea per dar vita ad un’Europa più capace di agire in tutti i settori in cui altrimenti noi europei siamo messi in un angolo dalle potenze dominanti e per essere più vicina ai cittadini. E’ stato chiamato proprio per contribuire a costruire quell’Europa forte e democratica che fa paura ai nostri “sovranisti”.
E allora: a chi sarebbe meglio revocare la cittadinanza italiana?