Dichiarazione del Movimento Federalista europeo
La schiacciante vittoria i Donald Trump alle presidenziali americane indica che su entrambe le sponde dell’Atlantico i movimenti populisti e nazionalisti prendono il potere e guadagnano consensi. Le loro ricette sono tanto semplici e simili da dar ragione ancora una volta a Tocqueville: “La storia è una galleria di quadri in cui ci sono ben pochi originali e molte copie.”
Odio per gli stranieri, insofferenza per le élites, disprezzo per i diritti civili e le minoranze, chiusura nella nazione o nella piccola patria, ricerca del capro espiatorio, protezionismo, complottismo sono alcuni tratti comuni di questi movimenti. Società impaurite, terrorizzate dalle migrazioni, incapaci di governare i processi messi in atto dalla globalizzazione e dalla rivoluzione tecnologica, prese nella morsa della disoccupazione, incattivite dalle scandalose differenze di reddito e di opportunità, non disposte ad accettare l'entrata sulla scena di altri popoli e continenti sono il terreno ideale per esperimenti politici che possono precipitare l'Europa ed il mondo nella catastrofe. Nel 1922 anche il fascismo italiano fu visto come un cigno nero, un prodotto “non da esportazione”. Sappiamo poi com'è finita.
Se la scelta isolazionista del nuovo Presidente sarà confermata, essa segnerà in modo inequivocabile il già evidente declino dell'egemonia americana, ma soprattutto lascerà l'Europa priva di quell'ombrello politico e militare su cui i nostri Stati si illudono di poter ancora contare. Di più: l'esplicito sostegno di Trump a Brexit e la simpatia più volte manifestata per Putin lasciano presagire uno scenario in cui il Vecchio Continente potrebbe essere di nuovo considerato un semplice terreno di spartizione. Questo è il destino a cui ci condannano i nostri arrugginiti ed inadeguati Stati nazionali.
Dopo il referendum inglese i Ventisette hanno fatto di tutto per dar ragione a quel vecchio ed impietoso detto francese: “Plus ça change, plus c’est la même chose”. Vedremo ora se ci sarà un soprassalto. Il primo segno di riscossa deve venire dal Parlamento europeo con l'approvazione in tempi brevi dei tre rapporti elaborati dalla Commissione Affari costituzionali e dalla Commissione Affari economici. Al tempo stesso, come ha dimostrato il Consiglio europeo di Bratislava, senza l'appoggio di alcuni Stati, in particolare di Francia, Germania ed Italia, nessun rilancio è possibile. Spetta innanzitutto ai governi di questi Paesi dimostrare che la visita di Hollande, Merkel e Renzi alla tomba di Spinelli non è stata solo un bel gesto e avviare subito, in parallelo ai passaggi politici già possibili con gli attuali Trattati, il processo di revisione dei Trattati che è oggi indispensabile per dare all’Unione europea legittimità democratica e capacità di agire.
I federalisti danno appuntamento a tutte le forze favorevoli all'unità dell'Europa per una grande manifestazione a Roma il 25 marzo 2017, in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma, per rivendicare un’Europa federale solidale e capace di agire, oltre gli attuali Trattati, con il popolo europeo, per il popolo europeo.
9 novembre 2016