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Nell'intervista di Eugenio Scalfari pubblicata oggi su Repubblica Papa Francesco, dopo aver ammesso di aver sollevato più volte il tema dell'unità dell'Europa, ricevendo applausi ed ovazioni, conclude amaramente: "Sì, è così, ma purtroppo significa ben poco. I Paesi si muoveranno se si renderanno conto di questa verità: o l'Europa diventa un comunità federale o non conterà più nulla".

I federalisti europei vanno predicando questa amara verità dai tempi del Manifesto di Ventotene. Anche gli Stati, dopo due conflitti nati sul suolo europeo e divenuti ben presto mondiali, si sono in qualche modo resi conto di dover collaborare per sopravvivere ed hanno avviato quel lento e tortuoso processo di integrazione che li ha condotti a dar vita alla Comunità e poi all'Unione. Senza mai affrontare però la secca alternativa posta dal Pontefice. L'equilibrio bipolare prima ed il tentativo egemonico americano poi hanno permesso infatti per decenni agli orgogliosi Stati nazionali di rimandare lo scioglimento di quel nodo.

Il crescente disordine mondiale, reso oggi più evidente dalle scelte nazionaliste, protezioniste ed isolazioniste della nuova Amministrazione americana, ha messo brutalmente l'Europa di fronte alle proprie responsabilità. Non a caso l'ammonimento del Papa arriva assieme alle preoccupazioni per l'andamento del G20 riunito ad Amburgo: "Temo che ci siano alleanze assai pericolose tra potenze che hanno una visione distorta del mondo: America e Russia, Cina e Corea del Nord, Putin ed Assad nella guerra di Siria."

In questo momento l'Unione europea ed i suoi principali Stati sono gli unici a non avere una visione distorta sui cambiamenti climatici, sul protezionismo, sulla collaborazione tra continenti, sulla gestione dei conflitti, sul controllo degli armamenti, sul ruolo delle organizzazioni internazionali. Non basta però affermare dei valori, perché di buone intenzioni è lastricata la via per l'inferno. Occorre creare in Europa istituzioni federali e sovranazionali per incarnare quei valori nella realtà e farli valere sulla scena del mondo con quella autorità che solo una "comunità federale" può avere. Tutto il resto "significa ben poco."

Dopo il successo della Marcia per l'Europa, i federalisti europei continueranno ad impegnarsi con tutte le loro forze perché le istituzioni europee, gli Stati, a cominciare da quelli dell'Eurozona, le cittadine ed i cittadini si "muovano" per evitare che l'Europa non conti più nulla.

L'articolo de La Repubblica >>>

  


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