“Se l’Europa vuole accrescere la sua capacità di agire, ristabilire la fiducia dei cittadini nelle sue istituzioni e rendere l’economia dell’eurozona più resiliente verso gli shock esterni, essa deve fare pieno uso del Trattato di Lisbona. Ma per andare oltre ha bisogno di riformare se stessa più profondamente”. Con queste parole inizia il comunicato stampa[1] con cui il Parlamento Europeo annuncia l’approvazione durante la sessione plenaria del 16 febbraio di tre importati rapporti a firma di Mercede Bresso e Elmar Brok (Presidente dell’Unione Europea dei federalisti) sul pieno uso dei trattati esistenti, Guy Verhoftadt sulla riforma delle istituzioni europee, Reimer Böge e Pervenche Berès sulla creazione di un bilancio ad hoc per l’eurozona.
La prima risoluzione[2] contiene una serie di proposte per migliorare il funzionamento delle attuali istituzioni europee per far fronte nell’immediato alle sfide con cui l’Europa si confronta nel campo economico e in quello della protezione dei propri cittadini, per rendere l’Unione Europea più efficiente, trasparente e vicina ai cittadini europei. La risoluzione propone, tra l’altro, la trasformazione del Consiglio Europeo in una seconda camera legislativa e quella dei Consigli dei Ministri dell’economia, della difesa ecc. in Commissioni parlamentari; il ricorso estensivo al voto a maggioranza all’interno del Consiglio, dove previsto dai trattati; l’istituzione di un Consiglio permanente dei Ministri della Difesa.
La seconda risoluzione[3] propone invece una riforma ambiziosa dei Trattati nei settori del governo dell’economia, della politica di difesa, dei diritti fondamentali dei cittadini, della trasparenza e democraticità delle istituzioni europee. Scopo della riforma è abbandonare l’attuale modello intergovernativo di funzionamento dell’Unione per creare una reale capacità di agire a livello comune nell’interesse degli europei. In particolare il Parlamento Europeo dovrebbe acquisire pieni poteri a fianco del Consiglio in materia di spesa e di entrate, di indirizzo delle politiche di convergenza e di monitoraggio dei bilanci degli Stati membri, mentre la Commissione europea dovrebbe veder ridotto il numero dei suoi membri per diventare un vero Governo responsabile verso il Consiglio e il Parlamento europei. La proposta potrebbe inizialmente essere fatta propria da un primo gruppo di paesi che già partecipano all’Unione monetaria.
Scopo della terza risoluzione[4] è infine rafforzare i legami tra le economie dell’area euro per renderla più resiliente verso gli shock esterni. Le politiche di convergenza e di garanzia della stabilità finanziaria dovranno avvalersi di un budget finanziato dagli Stati membri e utilizzato in base a regole precise. Inoltre gli Stati dovranno impegnarsi a soddisfare entro cinque anni specifici criteri di convergenza nei campi della tassazione, del mercato del lavoro, degli investimenti, della produttività e della coesione sociale.
Il comunicato stampa del Parlamento Europeo afferma esplicitamente di aver voluto approvare “tutte queste proposte come parte di un pacchetto che ambisce a chiarire la posizione del Parlamento Europeo sul futuro dell’Unione Europea in tempo per il 60° anniversario dei Trattati di Roma”. La manifestazione e le altre iniziative che il Movimento Federalista Europeo sta preparando insieme ad altre organizzazioni per il 25 marzo a Roma sono l’occasione per schierarsi al fianco del Parlamento Europeo ed iniziare a lavorare insieme per dare avvio a questo programma comune.
[1] Parliament sets out its vision for the future of Europe – Press release
[2] Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2017 sul miglioramento del funzionamento dell'Unione europea sfruttando le potenzialità del trattato di Lisbona (2014/2249(INI))
[3] Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2017 sulle evoluzioni e gli adeguamenti possibili dell'attuale struttura istituzionale dell'Unione europea (2014/2248(INI))
[4] Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2017 sulla capacità di bilancio della zona euro (2015/2344(INI))