il 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma cade in un momento momento particolare e complesso del processo di unificazione europeo. Il 2017 sarà infatti un anno molto duro per l'Europa. Elezioni difficili in molti paesi dell’Unione europea, la Brexit e soprattutto i primi passi dell’Amministrazione Trump, che confermano il fatto che il suo progetto include la disgregazione dell’Unione europea, ed in particolare la fine dell’euro e il ridimensionamento sul piano economico della Germania. Gli europei si confrontano pertanto con una sfida esistenziale che non ha precedenti nella storia del secondo dopoguerra, e la posta in gioco è ormai, senza più scuse, la capacità di reagire uniti nel quadro dell’Unione. In questa ottica, le parole della Cancelliera Merkel sulla possibilità “di un’Unione europea con differenti velocità”, pronunciate in occasione del Consiglio dei giorni scorsi a La Valletta, mostrano che finalmente anche in Germania si stia facendo strada la consapevolezza che non è più tempo di tentennamenti e di tentativi di mantenere lo status quo.
Sotto questo aspetto, come momento simbolico in cui iniziare a porre la questione di un solido progetto di rilancio del processo di integrazione europea, il 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma sta acquisendo un'importanza sempre maggiore. Il Consiglio che si riunirà il 25 marzo a Roma approverà una Dichiarazione proprio in questo senso. E, nel frattempo, il Parlamento europeo ha approvato nella seduta plenaria del 16 febbraio tre rapporti relativi alle riforme da apportare al sistema della governance dell’Unione europea e necessarie anche per sviluppare e migliorare le politiche europee. Il primo riguarda i miglioramenti che sono possibili già oggi, sfruttando le pieghe del Trattato di Lisbona (Rapporto Bresso-Brok), il secondo individua le riforme istituzionali necessarie per rendere l’Unione europea forte, efficace e democratica (Rapporto Verhofstadt) e il terzo si concentra sulla creazione del bilancio della zona euro (Rapporto Böge-Berès). Si tratta di una vittoria importante e significativa del fronte federalista nel Parlamento europeo, che è riuscito a raccogliere il consenso delle forze europeiste, creando uno schieramento maggioritario che non era affatto scontato fino a poco tempo fa. Questo contributo, cui si unirà (si spera positivamente) anche quello della Commissione europea (la quale redigerà entro metà marzo il suo Libro Bianco per il rilancio dell’UE), va a rafforzare in modo decisivo il fronte europeista, anche in vista del vertice del 25 marzo.
Dato il quadro, appare con chiarezza l’importanza della manifestazione che i federalisti hanno deciso di organizzare a Roma. Una folta presenza pro-europea ad un appuntamento carico di aspettative politiche e così fortemente simbolico diventa una sfida cruciale.
Sul sito Web della manifestazione potete trovare le informazioni necessarie per poter partecipare e attivarvi a vostra volta per portare nuove adesioni.
Spero che possiate e vogliate esserci. La sfida è ambiziosa, ma non possiamo dimenticare che in gioco è il futuro dell’Europa e del mondo, per noi e per le generazioni a venire.