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Un treno collega l'aeroporto di Shanghai alla città in 7 minuti a 431 Km/h

La decisione della Commissione europea di intervenire sulla fusione tra Siemens e Alstom per i rischi di monopolio che si configurerebbero è un’ennesima dimostrazione di come lo status quo nell’Unione europea sia diventato insostenibile. Come molti tra gli osservatori, tra i  politici e tra gli stessi Stati membri stanno facendo notare, la Commissione agisce sulla base di un mandato conferitole dai Trattati  per far rispettare le regole di funzionamento di un mercato interno concepito in una fase in cui l’Europa non era chiamata a competere con i giganti delle altre potenze globali. Se anche è  vero che nel mercato interno la creazione di colossi industriali può provocare distorsioni  tra concorrenti interni, è altrettanto evidente che nella competizione globale l’Europa ha bisogno di opporre i suoi campioni continentali allo strapotere delle multinazionali straniere.

“Il problema però non può essere limitato alla definizione di nuove regole”, sottolinea Giorgio Anselmi, Presidente del Movimento Federalista Europeo.”Il vero problema è l’assenza di un vero governo e di un controllo politico a livello europeo. Per agire efficacemente, la Commissione dovrebbe avere molta maggiore discrezionalità (politica) nel valutare il problema della nascita di colossi europei in settori strategici, confrontandosi su questo con il Parlamento europeo e con il Consiglio, come un governo di fronte alle Camere parlamentari”.

“È  esattamente questo il punto”, prosegue Luisa Trumellini, segretaria nazionale del MFE: “la Commissione dovrebbe poter governare i processi sulla base di una prospettiva politica, oggetto di confronto con i rappresentanti dei cittadini e degli Stati, pensata in funzione della posizione internazionale dell’Europa”. “Per questo i federalisti europei sono impegnati innanzitutto a sostenere la necessità che la prossima legislatura del Parlamento europeo affronti il nodo della riforma dei Trattati, a partire dai paesi che capiscono la necessità di rafforzare l’Europa, perché  questa è l'unica possibilità per gli Europei di reggere la competizione in questa fase così pericolosa della globalizzazione”.

“Serve un impegno coraggioso delle forze politiche che credono nell’Europa e che vogliono impegnarsi a renderla capace di rispondere alle esigenze dei cittadini, anche per sconfiggere il nazionalismo e il populismo”, riprende Giorgio Anselmi. “Nel prossimo Parlamento europeo dovrà nascere un’avanguardia di partiti e parlamentari che si ricolleghi con la società civile e con tutte le forze che hanno iniziato a mobilitarsi a sostegno del progetto europeo, insieme ai governi disposti ad affrontare il processo di rinnovamento politico dell’UE. L’obiettivo deve essere quello di dare al più presto un nuovo assetto all’Europa, creando innanzitutto con gli Stati disponibili un cuore politico capace di agire in modo efficace e democratico per rispondere alle esigenze dei cittadini e per confrontarsi con il resto del mondo; organizzando al tempo stesso nel quadro del mercato unico i paesi che non vogliono ancora far parte di questo nucleo più unito”.

“L’avvio del XXI secolo dimostra che gli Europei riusciranno a garantire i valori democratici su cui si basa la loro società, e i propri interessi, solo se sapranno costruire un’Europa sovrana: forte, unita e solidale, fondata su un assetto istituzionale di natura federale. Non esistono alternative, e non abbiamo neanche molto tempo a disposizione “ conclude Luisa Trumellini.

 

  


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