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DESTINARE LA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE A UN FONDO EUROPEO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE E L’OCCUPAZIONE

Memorandum del Presidente del MFE Lucio Levi inviato al Governo in vista del semestre di Presidenza dell'UE per il semestre italiano
PREMESSA

Molti passi avanti sono stati realizzati verso una governance efficace della zona euro, al fine di garantire la stabilità finanziaria, con il Fiscal Compact, il Six-Pack e il Two-Pack. Vi è ormai un consenso diffuso riguardo al fatto che ogni paese è tenuto a rimborsare il debito che ha accumulato in passato. La strada è aperta per garantire che la stabilità finanziaria venga perseguita da ogni Stato membro all’interno dell’eurozona, sotto un rigido controllo europeo.

Ma sarà arduo conseguire il consolidamento fiscale se non si avvia un forte rilancio dell’economia europea. Con un'economia integrata a livello europeo e una moneta unica, non esiste una via nazionale di uscita dalla crisi. Di fronte alla necessità di avviare rapidamente una nuova fase di sviluppo e riassorbire la disoccupazione, i governi, invece di accrescere le risorse proprie del bilancio europeo, le hanno abbassate sotto la soglia dell'1% del PIL europeo. Non sono stati resi dunque disponibili i mezzi per andare al di là delle politiche di austerità, rilanciare lo sviluppo, ridurre la disoccupazione. Non c'è governo senza risorse. Su questo punto limitato ma decisivo occorre incidere con la creazione di un Fondo Europeo per lo Sviluppo Sostenibile e l’Occupazione.

Due sono i problemi che devono essere affrontati prioritariamente: i mezzi finanziari di cui potrà disporre il Fondo e le spese che dovrà promuovere.

PROPOSTA
Le risorse per alimentare il Fondo possono essere reperite tramite una Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF). Poiché la Gran Bretagna e altri paesi del Nord Europa non sono disponibili a sostenere questo progetto, il Fondo non potrà essere istituito nell'ambito del bilancio dell'UE.
La stima del gettito della TTF, realizzata soltanto per gli 11 paesi che l’hanno avviata con una cooperazione rafforzata (ma da estendere, in un momento successivo, a tutti gli Stati membri dell’Eurozona) potrebbe ammontare a 31/33 miliardi di euro all’anno.
Se queste risorse fossero attribuite interamente o almeno in gran parte al nuovo Fondo e gestite a vantaggio degli Stati cooperanti, sarebbe possibile attivare l’emissione di euro-project bond, coinvolgendo la BEI nella istruttoria e nella gestione degli interventi di investimento, reperendo risorse finanziarie nel settore privato e/o finanziamenti della stessa BEI. Il Fondo potrebbe così raggiungere la dotazione di almeno 200-300 miliardi, da erogare nell’arco di tre/cinque anni a favore delle economie degli Stati cooperanti.
Lo scopo principale degli investimenti finanziati dovrebbe essere quello di completare la rete esistente di infrastrutture (energia, trasporti, banda larga) e di promuovere l’innovazione tecnologica in un’economia europea che ha bisogno di nuovi stimoli per competere sul mercato mondiale.
Il Fondo potrebbe preparare nel contempo un piano da realizzare in tempi brevi al fine di migliorare la competitività dell’economia europea attraverso investimenti nell’istruzione superiore e nella ricerca.

Una parte minore del gettito della TTF potrebbe essere utilizzata per sostenere le riforme strutturali negli Stati membri che siano disposti a sottoscrivere accordi di natura contrattuale con le istituzioni dell’Unione attraverso limitati, temporanei, flessibili e finalizzati incentivi finanziari – il Convergence and Competitiveness Instrument ipotizzato dalla Commissione nel Blueprint for a Deep and Genuine EMU del 30 novembre 2012.


VALENZA POLITICA
Se la proposta di cui sopra fosse realizzata verrebbe rafforzata la prospettiva di cambiare gli orientamenti di lungo periodo della politica europea e mondiale.

In primo luogo, la TTF aprirebbe la via verso l'attribuzione al suddetto Fondo europeo di ulteriori risorse proprie, quali una carbon tax europea per approfondire la lotta ai cambiamenti climatici e per ridurre le emissioni di CO2. Poiché detta carbon tax potrebbe produrre un gettito di almeno 50 miliardi di euro all’anno (come stimato dalla stessa Commissione), le capacità finanziarie e d’investimento del Fondo europeo ne risulterebbero enormemente accresciute.

In secondo luogo, con l'incremento delle risorse fiscali dell'eurozona non si potrà più eludere il problema del controllo democratico sull’uso di queste risorse, come è stato riconosciuto dal Blueprint della Commissione. Tanto più che, come quest'ultima ha sottolineato, “il progresso verso un’approfondita e genuina UEM renderà necessaria nel medio termine la creazione di una struttura simile a un Tesoro dell’UEM all’interno della Commissione per organizzare le politiche condivise intraprese attraverso la capacità fiscale comune nella misura in cui essa implica risorse comuni e/o indebitamento comune”. Di conseguenza, questa nuova autorità di bilancio e di governo dell’economia dovrà conformarsi al principio no taxation without representation e quindi sottoporsi al controllo del Parlamento europeo a composizione ristretta ai membri dell'eurozona.
In terzo luogo, il rafforzamento dei poteri e della legittimità democratica dell'UEM apriranno la strada verso la trasformazione dell’UEM in una federazione compiuta, inizialmente limitata al settore economico e monetario, ma che dovrà includere gradualmente anche competenze in materia di politica estera e di difesa. La decisione di destinare la TTF ad un Fondo Europeo per lo Sviluppo Sostenibile e l’Occupazione ha dunque una valenza strategica per il rilancio della crescita economica e per il rafforzamento e il completamento del processo di unificazione federale dell’UEM. Spetta al Parlamento europeo avviare una riflessione e formulare proposte sulla revisione del Trattato di Lisbona.
In quarto luogo, la TTF rappresenterebbe il primo esempio nel mondo di un provvedimento tendente a penalizzare la speculazione finanziaria e a fare pagare alle oligarchie finanziarie i danni prodotti dalla crisi. Si aprirebbe così la strada alla progressiva estensione della TTF a livello globale.

UN MOVIMENTO DAL BASSO

Per sostenere questa proposta con la forza di un ampio consenso popolare, il Movimento federalista europeo ha deciso di attivare una Iniziativa dei cittadini europei (art. 11 TdL), promuovendo un'ampia coalizione di forze della società civile e della società politica in Italia e in Europa allo scopo di suscitare, con la raccolta di un milione di firme in almeno sette paesi dell'Unione, un movimento dal basso e una mobilitazione dei cittadini per un “New Deal per l'Europa”, un piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l'occupazione.
Una Presidenza italiana dell’Unione che sostenesse questa Iniziativa avrebbe dalla sua parte anche quel consenso popolare, in Italia e in Europa, capace di vincere le resistenze che si frappongono alle riforme. Spetta al Governo italiano indicare all'Europa la via di uscita dalla crisi tramite un piano che, correggendo le politiche di sola austerità, punti su investimenti massicci per ridare slancio allo sviluppo e all'occupazione.

  


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