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Nel discorso al Parlamento europeo per presentare il suo programma politico, Ursula Von Der Leyen ha richiamato anche la necessità di riforme ambiziose dei Trattati e ha proposto che la Commissione e il Parlamento europeo lavorino insieme su questo punto.

Le forze pro-europee della nuova maggioranza devono cogliere questa opportunità e rilanciare le proposte di riforma fondamentali che nella scorsa legislatura erano state elaborate dall’AFCO e approvate in plenaria per reiterare la richiesta dell’avvio della Convenzione.

“La nostra Unione e la nostra democrazia sono un costante lavoro in corso. E possiamo fare di più. Abbiamo bisogno di un ambizioso programma di riforme per garantire il funzionamento di un'Unione più ampia e per aumentare la legittimità democratica. Se prima le riforme erano necessarie, con l'allargamento diventano indispensabili. Noi dobbiamo usarlo come catalizzatore del cambiamento in termini di capacità di azione, politiche e bilancio. … Credo che il Trattato debba cambiare laddove può migliorare la nostra Unione. E voglio lavorare su questo punto con l'Assemblea. E questo farà parte di un partenariato più stretto tra la Commissione e il Parlamento”Ursula Von Der Leyen, Strasbourg, 18 luglio 2024

Il 18 luglio Ursula Von Der Leyen è stata eletta dal Parlamento europeo alla presidenza della Commissione europea con un’ampia maggioranza, nettamente definita dalle posizioni comuni in merito al sostegno all’Ucraina, al rispetto dello Stato di diritto e al rafforzamento dell’Unione europea. Queste settimane dopo il voto europeo di inizio giugno sono quindi servite a testare l’esistenza di una volontà comune tra le forze politiche europeiste per mantenere salda la barra di un’UE che sempre più è chiamata a rispondere alle minacce esterne e a proteggere i suoi cittadini. Nonostante l’aumento della presenza a livello europeo delle forze di destra, anti-europee e anti-sistema, i voti con cui Ursula Von Der Leyen è stata eletta dimostrano che in questa legislatura ci sono ancora i margini per conseguire decisi avanzamenti nel processo di unificazione, in continuità con la Conferenza sul futuro dell’Europa (non a caso richiamata anche nel discorso di Von Der Leyen).
Per questa ragione è particolarmente significativo che, all’interno dell’ampio programma politico presentato dalla Presidente, ci sia stato un chiaro riferimento alla necessità di un “programma ambizioso di riforme” con il fine di “migliorare la nostra Unione”, da redigere insieme al Parlamento europeo. Nonostante questo passaggio sia stato in genere ignorato nei commenti politici e giornalistici, il MFE, insieme al Gruppo Spinelli e all’UEF, lo sottolineano invece con forza, sia perché lo ritengono una vittoria, avendolo sostenuto in campagna elettorale e nelle scorse settimane di negoziazioni con la Von Der Leyen; sia perché si tratta di un punto politico cruciale su cui le forze pro-europee devono impegnarsi e fare leva per ottenere che si apra la Convenzione che il Parlamento europeo uscente ha già richiesto al Consiglio europeo (*).  

D’altro lato, sarà difficile per le istituzioni europee e gli stessi governi nazionali sfuggire alla necessità di sciogliere il nodo delle riforme di cui l’Unione europea ha bisogno, e di come realizzarle. Sulle riforme, come ha spiegato chiaramente la stessa Von Der Leyen, in questa legislatura l’UE dovrà innanzitutto far fronte all’allargamento, rafforzare la propria capacità di difesa, accrescere la propria competitività senza compromettere le ambizioni sul green deal, e insieme migliorare profondamente la propria capacità di affrontare le molteplici forme di disagio sociale. Tutte queste politiche ambiziose non si potranno fare senza una nuova ripartizione delle competenze e senza creare nuovi meccanismi decisionali e nuove modalità di finanziamento del bilancio europeo. Sul come farle, sarà difficile prescindere a questo punto dal lavoro fatto in AFCO e approvato in plenaria al termine della scorsa legislatura, e soprattutto senza riprendere la questione della convocazione di una Convenzione, che resta il solo quadro in cui si può sviluppare un vero dibattito pubblico europeo in cui possa emergere l’interesse generale di fronte a problemi che l’Europa deve affrontare come comunità di destino.

Per questo le forze politiche pro-europee, nel Parlamento europeo, ma anche in quelli nazionali, sono chiamate a lavorare per trasformare questa apertura della Presidente della Commissione in un’occasione politica da sfruttare fino in fondo. Il tempo per gli Europei si fa sempre più stretto per evitare di diventare marginali politicamente ed economicamente a livello internazionale, per evitare il pericolo dell’impoverimento delle nostre società, per mantenere e sviluppare la nostra indipendenza. Nulla garantisce che ci sarà ancora la possibilità di rafforzarci riformando l’Unione europea se non lo faremo in questi prossimi uno-due anni.

Spiace in questo quadro che il partito di maggioranza nel governo italiano abbia fatto la scelta di schierarsi con le forze anti-europee nel voto alla Von der Leyen, in parte in nome di una scelta di campo tra destra e sinistra che – come dimostra il Partito Popolare Europeo cui appartiene Forza Italia – non ha valore in Europa, dove la discriminante è la posizione sul futuro dell’Unione europea; e in parte proprio perché ha voluto rimanere con lo schieramento che rivendica uno svuotamento dell’UE, in nome del primato delle “nazioni”. In questo modo Fratelli d’Italia, oltre ad aver indebolito la propria immagine di forza politica responsabile, ha scelto di schierarsi con chi persegue un progetto totalmente contrario agli interessi dell’Italia, che avrebbe bisogno di un’Europa più efficace, dotata degli strumenti per sostenere la crescita, la competitività, la sicurezza, a benefico dei suoi Stati membri e dei cittadini. Scegliere di rafforzare lo schieramento cosiddetto sovranista, in un momento così delicato del quadro europeo e mondiale, dando così anche maggior spazio a queste forze a livello nazionale, è destinato ad indebolire l’autorevolezza del nostro Paese e lo stesso governo italiano. Sarebbe bene che la nostra Presidente del Consiglio ci ripensasse e capisse che se vuole guidare l’Italia ha molta più convenienza ad impegnarsi per un’Europa più forte ed efficace.

Pavia-Firenze, 23 luglio 2024


(*) Nella giornata in cui Ursula Von Der Leyen si è presentata all’Assemblea di Strasburgo ed è stata votata, il MFE ha partecipato, con il Gruppo Spinelli e l’UEF, ad una serie di iniziative federaliste a Strasburgo, a partire da un presidio di fronte all’ingresso del Parlamento europeo prima dell’inizio dei lavori della mattina, insieme ad una serie di incontri politici e interviste che sono state diffuse sui social media:

  •  presidio di fronte al Parlamento europeo (UEF): post 1post 2post 3
  • dibattito politico all'Association Parlamentaire Europeen (APE) con gli europarlamentari Sandro Gozi (Renew), Gabrielle Bischoff (S&D), Marie Toussaint, Zejiana Zovko
  • interviste agli europarlamentari membri dell'intergruppo Spinelli GroupSandro Gozi (Renew, e Presidente dell'intergruppo), Gabrielle Bischoff (S&D), Daniel Freund (Greens/EFA), Markus Ferber (EPP)

 

  


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