Come federalisti europei, riteniamo che la Conferenza rappresenti un’occasione per affrontare – come delineato dai rapporti approvati dal Parlamento europeo durante la scorsa legislatura (Bresso-Brock, 2016; Verhofstadt, 2016; Boge-Berés, 2017, e Jauregui, 2018) – le questioni-chiave:
- del sistema di governo dell’Unione e del rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo;
- della ripartizione delle competenze tra livello nazionale e livello europeo;
- della creazione di una capacità fiscale autonoma dell’Unione monetaria (UEM), insieme agli altri elementi necessari al suo completamento;
- del rafforzamento del sistema politico ed elettorale europeo come strumento per potenziare la democrazia europea, sia per poter avere veri partiti politici europei, sia per quanto riguarda il sistema degli Spitzenkandaten e la creazione di liste transnazionali;
- del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, facendo dell’Europa il leader mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici;
- della lotta alle diseguaglianze e della creazione di un mercato del lavoro europeo in grado di rispondere alle sfide della società digitale;
- della creazione di un efficace sistema di difesa dei diritti umani e dello Stato di diritto;
- del ruolo dell’Unione europea nel mondo globalizzato, inclusi il tema della politica estera e di sicurezza e la questione della difesa;
- del rapporto tra cittadinanza federale e identità nazionali;
- del metodo e del programma della riforma dell’Unione, che consenta la transizione verso un’Europa sovrana, anche nel caso che alcuni Stati membri non siano disposti ad accettarla.
Il ruolo del Parlamento europeo sarà decisivo per garantire che la Conferenza possa svolgere efficacemente il proprio compito. Se da un lato la Conferenza dovrà essere in grado di raccogliere le richieste dei cittadini e degli enti locali e regionali, dall’altro, al tempo stesso, dovrà saperli tradurre in una proposta complessiva coerente, attraverso un nuovo Trattato che permetta di superare le impasse che ancora indeboliscono l’Unione europea. Il difficile momento storico e politico e il sostegno della maggioranza dei cittadini devono essere uno stimolo per un’azione coraggiosa e lungimirante.
In quest’ottica, l’UEF si rivolge innanzitutto al Parlamento europeo – in quanto principale istituzione che, essendo composta da rappresentanti eletti direttamente dai cittadini, ha la legittimità e la responsabilità di promuovere una riforma politica e istituzionale, anche di natura costituzionale, dell’Unione europea – con le seguenti proposte sul metodo e sul programma dei lavori della Conferenza:
- la Conferenza dovrebbe essere convocata sulla base di una dichiarazione interistituzionale sottoscritta dalla Commissione, dal Parlamento e dal Consiglio (che deve deliberare a maggioranza), previa consultazione della Banca centrale europea, del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni – o, almeno, da una dichiarazione congiunta della Commissione e del Parlamento europeo;
- la Conferenza dovrebbe trarre spunto, nella fase iniziale dei suoi lavori, dalle richieste di un’Unione europea più efficace e democratica avanzate dai cittadini europei nei Dialoghi e nelle Consultazioni dei cittadini, e confermate dai sondaggi dell’Eurobarometro;
- è evidente che l’attuale assetto istituzionale non fornisce all’Unione gli strumenti adeguati per rispondere efficacemente alle preoccupazioni dei cittadini. Solo creando una autentica capacità d’azione a livello europeo, vale a dire creando un’Europa sovrana, sostenuta da una responsabilità democratica, questo diventerà possibile. Nella misura in cui la Conferenza si troverà a tracciare la strada che l’Europa dovrà seguire, un modo per mettere concretamente in evidenza la necessità che l’UE si finanzi in modo autonomo e sia dotata di efficaci strumenti di governo (cosa che verosimilmente richiederà un adeguamento del quadro giuridico dell’UE o addirittura un quadro completamente nuovo) potrebbe essere quella di organizzare le discussioni e le relative decisioni della Conferenza in base ad aree politiche tematiche che portino a conclusioni operative. Questo dovrebbe far parte del mandato della Conferenza;
- per poter svolgere un ruolo guida, il Parlamento europeo dovrebbe anche richiedere di essere rappresentato nella Conferenza, idealmente da un’ampia delegazione di membri della Commissione affari costituzionali (AFCO). Parallelamente, quando sorgesse l’esigenza, il Parlamento potrebbe assistere la Conferenza nel redigere una proposta di Trattato costituzionale che includa in modo coerente tutte le riforme che risultassero necessarie nel corso dei lavori della Conferenza. Questo nuovo Trattato andrebbe a modificare il quadro giuridico dell’Unione europea e dovrebbe includere le nuove modalità di ratifica e di entrata in vigore, in modo da superare l’ostacolo dell’unanimità. Queste disposizioni, in ogni caso, devono essere pienamente compatibili con l’obiettivo di garantire l’unità, l’efficacia e la legittimità democratica dell’Unione europea;
- una delle condizioni che consentirebbero alla Conferenza di avviare un dialogo molto più ampio e rappresentativo con i cittadini dell’Unione europea, accentuando così la dinamica di orientare verso di loro le sue discussioni e le sue decisioni, sarebbe quella di prevedere la presenza stabile di una componente di cittadini e di rappresentanti delle organizzazioni della società civile dell’intera Unione europea (riprendendo così forme innovative di partecipazione dei cittadini sperimentate con successo in alcuni paesi europei per le modifiche costituzionali). Oltre a questo, la Conferenza dovrebbe tenere alcune delle proprie riunioni nei vari Stati membri, coinvolgendo rappresentati dei cittadini, della società e delle istituzioni sub-nazionali più vicine al territorio dello Stato in cui avviene la riunione. Inoltre, la Conferenza dovrebbe riconoscere le competenze delle organizzazioni della società civile e il loro ruolo nel facilitare il dialogo tra istituzioni e cittadini, nel rispetto del principio della democrazia rappresentativa;
- al fine di assicurare la cooperazione con i Parlamenti nazionali e di garantire il massimo consenso possibile attorno alle riforme di cui l’Europa ha bisogno, è essenziale prevedere la convocazione di una Assemblea interparlamentare sul futuro dell’Europa (sul modello delle Assise organizzate a Roma prima del Trattato di Maastricht). Questo permetterebbe alla Conferenza di portare i risultati ottenuti all’attenzione delle delegazioni dei Parlamenti nazionali, raccogliendone i commenti e le critiche, ed includendole tempestivamente nelle discussioni e nelle decisioni sul futuro dell’Europa;
- Il 70° anniversario della dichiarazione Schuman deve diventare un’occasione da sfruttare nel corso dei lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa.
(approvata all’unanimità)
Roma, 23-24 novembre 1029