Interventi
Dichiarazione del MFE sulla crisi di governo
Senza rete di protezione. Questa sembra essere la condizione del mondo all’inizio del terzo decennio del secolo. Se l’avvio delle vaccinazioni di massa lascia sperare in un lento ritorno alla normalità, la pandemia provoca ancora ogni giorno un altissimo numero di contagi, di malati, di decessi. Anche se i provvedimenti delle pubbliche istituzioni cercano di sostenere le persone, le imprese ed i lavoratori, le conseguenze sul tessuto economico e sociale sono sempre più preoccupanti.
- L’episodio di ieri dell’assalto al Campidoglio è stato un vulnus drammatico per la democrazia degli Stati Uniti; ma è stato anche la manifestazione eclatante della fragilità e della debolezza del Paese che rimane nonostante tutto il più potente al mondo e che condiziona tutta la politica estera degli alleati democratici e le relazioni internazionali
- Per gli Europei c’è una sola lezione da trarre dalla situazione americana: rifuggire la tentazione di affidarsi alla “solidità delle istituzioni democratiche americane” e alla forza “dei checks and balances” della Costituzione federale, e capire che ora sono gli USA ad aver bisogno di un’Europa forte e determinata, una potenza positiva alleata che li guida nel governo di un mondo che loro hanno costruito, ma che non sono più in grado di indirizzare
- Come il MFE ricordava nel suo comunicato stampa diffuso dopo la vittoria di Biden, “Solo completando la sua unificazione, l'Europa contribuirà a sconfiggere nel suo seno e nel mondo intero i seguaci del tycoon americano”. Quanto accaduto ieri ha dimostrato quanto è vero questo assunto; ora possiamo solo impegnarci affinché l’attacco al Campidoglio spinga gli Europei ad assumersi le proprie responsabilità globali
A seguire la dichiarazione completa
Domani, venerdì 4 dicembre, dalle 17 alle 19, il Movimento Federalista Europeo insieme agli esponenti degli Intergruppi federalisti al Parlamento europeo e alla Camera e al Senato (Sandro Gozi, Presidente europeo dell’Union of European Federalists – UEF; Brando Benifei, Presidente del Gruppo Spinelli al PE; Tommaso Nannicini, Intergruppo per l’Europa al Senato; Bruno Tabacci, Integruppo per l’Europa alla Camera) si confrontano con esponenti del governo e parlamentari sulla politica europea dell’Italia in vista della Conferenza sul futuro dell’Europa. All’incontro, che ha ricevuto il patrocinio della Camera dei Deputati, prenderanno parte il Sen. Antonio Misiani, Viceministro all’Economia, la Sen. Anna Rossomando, Vicepresidente del Senato e Patrizia Toia, Parlamentare europea, insieme ad alcuni dei parlamentari che hanno aderito alla Lettera / Appello che il MFE e i parlamentari federalisti hanno inviato al Governo italiano (link all'appello e link ai firmatari). Questo il link per l’iscrizione all’incontro, che sarà in live streaming anche sulla pagina Facebook del Movimento Federalista Europeo (link facebook).
Come preannunciato nei giorni scorsi dai governi di Ungheria e Polonia, lunedì gli ambasciatori dei due Paesi hanno bloccato l’approvazione dell’accordo raggiunto dai rappresentanti del Consiglio e del Parlamento europeo sul Quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea per gli anni 2021-2027.
Il MFE insieme agli esponenti degli Interguppi per l'Europa alla Camera e al Senato ha inviato al Presidente Conte la lettera/appello approvata dalla Direzione nazionale del 26 settembre. L'Appello, su cui è iniziata la raccolta delle adesioni, chiede al governo di impegnarsi nelle sedi europee innanzitutto per sbloccare l'avvio della Conferenza sul futuro dell'Europa.
Ci sono momenti nella storia dell'umanità in cui due visioni del mondo, due paradigmi, persino due stili di vita si incarnano in due persone. Di solito accade con i grandi testimoni di valori universali: Cristo o Barabba. Talvolta succede anche in politica, in special modo nei momenti rivoluzionari. Raramente nei confronti democratici tra leader attenti alle sfumature, alle mediazioni, ai compromessi.
Negli Stati Uniti la sfida tra Biden e Trump ha assunto questi connotati, probabilmente al di là della consapevolezza degli stessi protagonisti. Entrambi sono infatti il frutto del momento storico che stanno vivendo i sistemi politici dell'Occidente sotto la spinta del grande fenomeno della globalizzazione. Per quattro anni Trump ha rappresentato l'alternativa illiberale, autoritaria, nazionalista e persino razzista. In tale veste ha trovato molti imitatori su entrambe le sponde dell'Atlantico. Biden non poteva che diventare il portabandiera della versione liberale, democratica, costituzionale e pluralista. Anche dopo le elezioni i due hanno recitato fino in fondo la loro parte: Trump proclamandosi vincitore prima dello spoglio completo dei voti, accettando come validi solo i suffragi in suo favore, rifiutando di ammettere la sconfitta e minacciando tutte le possibili azioni legali per sovvertire l'esito elettorale; Biden attendendo pazientemente i risultati delle urne, considerando l'altro candidato come avversario e non come nemico ed infine dichiarando, una volta ottenuta la vittoria, di voler essere «un presidente per tutti gli americani, che voi abbiate votato per me o meno».
Nel 2019 le elezioni europee hanno segnato una prima sonora sconfitta del nazionalismo sovranista ed hanno creato le condizioni per una efficace risposta europea alla crisi sanitaria ed economica. A poco più di un anno di distanza, sull'altra sponda dell'Atlantico le forze reazionarie hanno ricevuto una seconda batosta. Alla fine del Settecento in un breve volgere di anni la Rivoluzione americana e la Rivoluzione francese misero fine all'Ancien Régime. A più di due secoli di distanza si ripresenta ora un'occasione straordinaria per far valere le ragioni della democrazia, dello stato di diritto, della società aperta e del multilateralismo come modello per il mondo intero. Con le decisioni già annunciate dal nuovo Presidente c'è motivo di credere che gli Stati Uniti riprenderanno quella strada. Se l'Unione europea non farà la sua parte, c'è il rischio che il fenomeno Trump non sia stato solo una parentesi. L'ampio consenso di cui ancora gode nella società americana è lì a ricordarcelo. Solo completando la sua unificazione, l'Europa contribuirà a sconfiggere nel suo seno e nel mondo intero i seguaci del tycoon americano.
Dopo l'accordo raggiunto dal Consiglio europeo si apra la strada ad una profonda riforma politica dell'UE
Comunicato stampa congiunto di
- Movimento federalista europeo
- Intergruppo federalista alla Camera dei Deputati
- Intergruppo federalista al Senato della Repubblica
- Rete paneuropea di Parlamentari Next Generation EU
- Gioventù federalista europea
Non possiamo che accogliere con favore il fatto che dopo quattro giorni di durissima trattativa i Governi nazionali all’interno del Consiglio europeo abbiano trovato un accordo sulle misure per varare il nuovo Fondo proposto dalla Commissione europea, Next Generation EU. Il Fondo mantiene la sua portata ambiziosa, con una dimensione capace di dare risposte concrete a questa crisi gravissima, orientando fortemente la ripresa verso il piano di riconversione ecologica. Si stabilisce il fatto che l’UE si finanzi emettendo debito comune garantito dal bilancio comunitario, e anche il tema cruciale delle risorse proprie è ormai sul tappeto. Infine i tempi erano – e sono – un elemento decisivo per impostare il successo del Fondo. Chiudere a metà luglio era davvero necessario e non riuscirci avrebbe trasmesso un messaggio devastante ai cittadini e al resto del mondo.
Leggi tutto: Comunicato stampa sull'accordo raggiunto dal Consiglio UE
Appello del MFE e della GFE al Parlamento europeo
UNA RIPARTENZA PER L’EUROPA
Mille Firme per l’Europa Federale
Parte dall’Italia una nuova spedizione dei Mille, una spedizione del XXI secolo alla volta dell’Europa, per promuovere “l’intransigenza federalista” del Parlamento europeo. Una spedizione che presto sarà europea e che mette il nostro Paese alla testa di una battaglia politica “dal basso” per l’Europa federale.
Leggi tutto: #iMillexEuropa federale: mille firme raccolte in 4 settimane
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Giuseppe Conte
p.c.:
Al Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola
Al Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri
Roma, 15 giugno 2020
Signor Presidente,
in vista delle importanti scadenze europee in merito alle decisioni sul Recovery Plan proposto dalla Commissione europea, ci permettiamo di portare alla Sua attenzione un’iniziativa che il Movimento Federalista Europeo ha avviato sul territorio, e che come Intergruppo federalista alla Camera e al Senato sosteniamo. Si tratta della diffusione dell’Appello Una ripartenza per l’Europa, cui stanno aderendo esponenti del mondo del lavoro, della politica, della cultura, del terzo settore a tutti i livelli (index.php?option=com_content&view=article&id=1188&catid=51).
Leggi tutto: Lettera del Mfe e dell'Intergruppo federalista al Premier Conte
Una ripartenza per l'Europa
Dopo la presentazione al Parlamento europeo delle proposte della Commissione per il nuovo Recovery Plan for Europe, e in vista delle scadenze europee dei prossimi mesi per l’approvazione sia del nuovo Fondo straordinario Next Generation EU, sia del nuovo bilancio pluriennale dell’Unione europea, il MFE, insieme alla GFE, ha avviato un'azione sull’Appello UNA RIPARTENZA PER L’EUROPA di raccolta firme rappresentative del mondo politico, economico, accademico e del terzo settore a tutti i livelli, rivolta al Parlamento europeo.
Si chiede al Parlamento europeo, in quanto unica istituzione che rappresenta direttamente i cittadini europei, di esercitare una funzione di indirizzo e di guida per avviare la trasformazione dell’Unione europea in una unione politica federale, solo modo per rendere permanente la svolta politica prospettata in queste settimane a livello europeo sotto la spinta dell’emergenza della crisi pandemica. In particolare si chiede al Parlamento di attivarsi su tre punti:
- vigilare affinché la ambizioni espresse nelle proposte della Commissione non vengano svilite da compromessi al ribasso tra gli Stati, respingendo in tal caso l’accordo del Consiglio europeo;
- battersi affinché le nuove risorse proprie dell’Unione vengano valutate, raccolte e gestite a livello europeo, avviando subito il confronto sull’attribuzione di una competenza fiscale all’Unione europea;
- guidare il processo delle riforme politico-istituzionali necessarie per costruire l’unione politica, elaborando, e proponendo alle altre istituzioni europee un progetto di Costituzione federale europea in vista del confronto con i cittadini nel quadro del rilancio del processo della Conferenza sul futuro dell’Europa.
Adesioni e testimonianze de #iMillexEuropaFederale >
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