Interventi

Dichiarazione del Movimento federalista europeo
Il governo che nasce sotto la guida di Mario Draghi, il terzo nel corso di questa legislatura, dimostra la possibilità che dalla peggiore crisi dal secondo dopoguerra nascano un sistema e una politica in grado di costruire un futuro migliore per il Paese e per il mondo. Questo governo è il frutto della svolta politica dell’Unione europea con il Next Generation EU e dell’impossibilità per l’Italia democratica di rinunciare alla scelta europea; ma è anche la condizione per costruire un’Europa più unita e più forte, in cui gli Stati membri “cedono sovranità nazionale nelle aree definite dalla loro debolezza per acquistare sovranità condivisa”, indispensabile per affrontare le sfide epocali che ci sovrastano.
Leggi tutto: La sfida di Draghi: un’Italia europea per un’Europa federale

Le organizzazioni federaliste – Movimento Federalista Europeo, Movimento Europeo, Gioventù Federalista Europea –, che si riconoscono nel messaggio del Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita, condividono pienamente l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a tutte le forze politiche in Parlamento affinché conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo che faccia fronte con tempestività, nell’interesse del Paese, alle gravi emergenze non rinviabili – in primis la crisi sanitaria e quella economica e sociale – e al piano per l’utilizzo dei grandi fondi europei, rispetto al quale l’Italia ha una grande responsabilità anche nei confronti delle istituzioni e dei partner dell’Unione europea.
In un momento così drammatico per il Paese e per tutti i cittadini, il nostro forte auspicio è che le forze politiche nel Parlamento italiano sappiano essere all’altezza della responsabilità storica che loro compete e sappiano agire anche in vista dell’ormai ineludibile processo di revisione dell’assetto politico-istituzionale dell’UE, nel solco della grande tradizione federalista che ha permesso all’Italia di dare un contributo fondamentale come Paese fondatore alla costruzione di un Europa libera e unita.
Dichiarazione in formato PDF scaricabile

Dichiarazione del MFE sulla crisi di governo
Senza rete di protezione. Questa sembra essere la condizione del mondo all’inizio del terzo decennio del secolo. Se l’avvio delle vaccinazioni di massa lascia sperare in un lento ritorno alla normalità, la pandemia provoca ancora ogni giorno un altissimo numero di contagi, di malati, di decessi. Anche se i provvedimenti delle pubbliche istituzioni cercano di sostenere le persone, le imprese ed i lavoratori, le conseguenze sul tessuto economico e sociale sono sempre più preoccupanti.

- L’episodio di ieri dell’assalto al Campidoglio è stato un vulnus drammatico per la democrazia degli Stati Uniti; ma è stato anche la manifestazione eclatante della fragilità e della debolezza del Paese che rimane nonostante tutto il più potente al mondo e che condiziona tutta la politica estera degli alleati democratici e le relazioni internazionali
- Per gli Europei c’è una sola lezione da trarre dalla situazione americana: rifuggire la tentazione di affidarsi alla “solidità delle istituzioni democratiche americane” e alla forza “dei checks and balances” della Costituzione federale, e capire che ora sono gli USA ad aver bisogno di un’Europa forte e determinata, una potenza positiva alleata che li guida nel governo di un mondo che loro hanno costruito, ma che non sono più in grado di indirizzare
- Come il MFE ricordava nel suo comunicato stampa diffuso dopo la vittoria di Biden, “Solo completando la sua unificazione, l'Europa contribuirà a sconfiggere nel suo seno e nel mondo intero i seguaci del tycoon americano”. Quanto accaduto ieri ha dimostrato quanto è vero questo assunto; ora possiamo solo impegnarci affinché l’attacco al Campidoglio spinga gli Europei ad assumersi le proprie responsabilità globali
A seguire la dichiarazione completa

Domani, venerdì 4 dicembre, dalle 17 alle 19, il Movimento Federalista Europeo insieme agli esponenti degli Intergruppi federalisti al Parlamento europeo e alla Camera e al Senato (Sandro Gozi, Presidente europeo dell’Union of European Federalists – UEF; Brando Benifei, Presidente del Gruppo Spinelli al PE; Tommaso Nannicini, Intergruppo per l’Europa al Senato; Bruno Tabacci, Integruppo per l’Europa alla Camera) si confrontano con esponenti del governo e parlamentari sulla politica europea dell’Italia in vista della Conferenza sul futuro dell’Europa. All’incontro, che ha ricevuto il patrocinio della Camera dei Deputati, prenderanno parte il Sen. Antonio Misiani, Viceministro all’Economia, la Sen. Anna Rossomando, Vicepresidente del Senato e Patrizia Toia, Parlamentare europea, insieme ad alcuni dei parlamentari che hanno aderito alla Lettera / Appello che il MFE e i parlamentari federalisti hanno inviato al Governo italiano (link all'appello e link ai firmatari). Questo il link per l’iscrizione all’incontro, che sarà in live streaming anche sulla pagina Facebook del Movimento Federalista Europeo (link facebook).

Come preannunciato nei giorni scorsi dai governi di Ungheria e Polonia, lunedì gli ambasciatori dei due Paesi hanno bloccato l’approvazione dell’accordo raggiunto dai rappresentanti del Consiglio e del Parlamento europeo sul Quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea per gli anni 2021-2027.

Il MFE insieme agli esponenti degli Interguppi per l'Europa alla Camera e al Senato ha inviato al Presidente Conte la lettera/appello approvata dalla Direzione nazionale del 26 settembre. L'Appello, su cui è iniziata la raccolta delle adesioni, chiede al governo di impegnarsi nelle sedi europee innanzitutto per sbloccare l'avvio della Conferenza sul futuro dell'Europa.

Ci sono momenti nella storia dell'umanità in cui due visioni del mondo, due paradigmi, persino due stili di vita si incarnano in due persone. Di solito accade con i grandi testimoni di valori universali: Cristo o Barabba. Talvolta succede anche in politica, in special modo nei momenti rivoluzionari. Raramente nei confronti democratici tra leader attenti alle sfumature, alle mediazioni, ai compromessi.
Negli Stati Uniti la sfida tra Biden e Trump ha assunto questi connotati, probabilmente al di là della consapevolezza degli stessi protagonisti. Entrambi sono infatti il frutto del momento storico che stanno vivendo i sistemi politici dell'Occidente sotto la spinta del grande fenomeno della globalizzazione. Per quattro anni Trump ha rappresentato l'alternativa illiberale, autoritaria, nazionalista e persino razzista. In tale veste ha trovato molti imitatori su entrambe le sponde dell'Atlantico. Biden non poteva che diventare il portabandiera della versione liberale, democratica, costituzionale e pluralista. Anche dopo le elezioni i due hanno recitato fino in fondo la loro parte: Trump proclamandosi vincitore prima dello spoglio completo dei voti, accettando come validi solo i suffragi in suo favore, rifiutando di ammettere la sconfitta e minacciando tutte le possibili azioni legali per sovvertire l'esito elettorale; Biden attendendo pazientemente i risultati delle urne, considerando l'altro candidato come avversario e non come nemico ed infine dichiarando, una volta ottenuta la vittoria, di voler essere «un presidente per tutti gli americani, che voi abbiate votato per me o meno».
Nel 2019 le elezioni europee hanno segnato una prima sonora sconfitta del nazionalismo sovranista ed hanno creato le condizioni per una efficace risposta europea alla crisi sanitaria ed economica. A poco più di un anno di distanza, sull'altra sponda dell'Atlantico le forze reazionarie hanno ricevuto una seconda batosta. Alla fine del Settecento in un breve volgere di anni la Rivoluzione americana e la Rivoluzione francese misero fine all'Ancien Régime. A più di due secoli di distanza si ripresenta ora un'occasione straordinaria per far valere le ragioni della democrazia, dello stato di diritto, della società aperta e del multilateralismo come modello per il mondo intero. Con le decisioni già annunciate dal nuovo Presidente c'è motivo di credere che gli Stati Uniti riprenderanno quella strada. Se l'Unione europea non farà la sua parte, c'è il rischio che il fenomeno Trump non sia stato solo una parentesi. L'ampio consenso di cui ancora gode nella società americana è lì a ricordarcelo. Solo completando la sua unificazione, l'Europa contribuirà a sconfiggere nel suo seno e nel mondo intero i seguaci del tycoon americano.

Dopo l'accordo raggiunto dal Consiglio europeo si apra la strada ad una profonda riforma politica dell'UE
Comunicato stampa congiunto di
- Movimento federalista europeo
- Intergruppo federalista alla Camera dei Deputati
- Intergruppo federalista al Senato della Repubblica
- Rete paneuropea di Parlamentari Next Generation EU
- Gioventù federalista europea
Non possiamo che accogliere con favore il fatto che dopo quattro giorni di durissima trattativa i Governi nazionali all’interno del Consiglio europeo abbiano trovato un accordo sulle misure per varare il nuovo Fondo proposto dalla Commissione europea, Next Generation EU. Il Fondo mantiene la sua portata ambiziosa, con una dimensione capace di dare risposte concrete a questa crisi gravissima, orientando fortemente la ripresa verso il piano di riconversione ecologica. Si stabilisce il fatto che l’UE si finanzi emettendo debito comune garantito dal bilancio comunitario, e anche il tema cruciale delle risorse proprie è ormai sul tappeto. Infine i tempi erano – e sono – un elemento decisivo per impostare il successo del Fondo. Chiudere a metà luglio era davvero necessario e non riuscirci avrebbe trasmesso un messaggio devastante ai cittadini e al resto del mondo.
Leggi tutto: Comunicato stampa sull'accordo raggiunto dal Consiglio UE

Appello del MFE e della GFE al Parlamento europeo
UNA RIPARTENZA PER L’EUROPA
Mille Firme per l’Europa Federale
Parte dall’Italia una nuova spedizione dei Mille, una spedizione del XXI secolo alla volta dell’Europa, per promuovere “l’intransigenza federalista” del Parlamento europeo. Una spedizione che presto sarà europea e che mette il nostro Paese alla testa di una battaglia politica “dal basso” per l’Europa federale.
Leggi tutto: #iMillexEuropa federale: mille firme raccolte in 4 settimane